Balestrate: porto, scritte di “protesta”

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BALESTRATE. Una mega scritta lasciata sulla banchina, con dello spray nero: “Gullo+Guccione=porto morto”. Così questa mattina si è risvegliato il porto di Balestrate, funestato dai cronici ritardi per la sua apertura da parte della Regione. Il messaggio è rivolto nei confronti di Gioacchino Guccione e Gaetano Gullo, protagonisti di questa vicenda nell’ultimo periodo. Il primo è l’imprenditore palermitano socio di minoranza della Marina di Balestrate srl, la società a cui la Regione ha assegnato nel 2009 la gestione del porto, il quale ha presentato un ricorso contro l’aggiudicazione perché, a suo dire, non sarebbero stati rispettati i criteri inerenti ai nuovi assetti societari che si sono succeduti nell’ultimo periodo; il secondo è il dirigente generale del Dipartimento Ambiente della Regione, sul cui tavolo giace il provvedimento per l’assegnazione della gestione. Evidentemente da chi ha imbrattato la banchina del porto sono individuati loro come i responsabili della persistente chiusura dell’area portuale balestratese. Effettivamente circola da un po’ di tempo la voce che ci siano lotte intestine all’interno degli uffici della Regione sulla questione, con funzionari, dirigenti e l’assessore al ramo Maria Rita Sgarlata divisi sul da farsi, tra chi vorrebbe firmare la convenzione per l’apertura del porto e chi invece stoppa tutto perché l’iter potrebbe essere inficiato sul piano procedurale. Si vocifera di un secondo parere richiesto all’ufficio Legale della Regione, notizia che però non viene confermata. Dall’assessorato le bocche sono cucite anche perché la vicenda sta prendendo una delicatissima piega. Tutto si impernia ancora sul ricorso del socio di minoranza della Marina srl. Provvedimento che nasce dal fatto che questa società ha mutato in questi anni la sua composizione interna a livello societario: i soci di minoranza hanno presentato un esposto per vagliare quelle che definiscono “anomalie interne”. Intanto siamo di fronte ad un’opera pubblica costata qualcosa come 30 milioni di euro, scuciti dall’Unione Europea e dalla Regione. I cantieri oramai sono chiusi dal 2009 ma nel frattempo si sono susseguiti prima i ricorsi al Tar del Comune per l’affidamento della gestione dell’area, poi vi fu l’indagine della Procura di Palermo che evidenziò l’uso di cemento depotenziato ed infine affiorarono i problemi legati all’insabbiamento dei fondali. Nel frattempo, però, la stessa Marina non sarebbe più interessata a gestire il porto tanto che avrebbe dato alla Regione come termine ultimo perla consegna dell’impianto lo scorso 30 giugno. La società sarebbe intenzionata a denunciare la Regione per questa eccessiva perdita di tempo che avrebbe creato danni economici alla stessa Marina srl così come all’economia del territorio.

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