Balestrate: Porto, parte una petizione popolare

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BALESTRATE. I soci di minoranza della Marina di Balestrate srl hanno messo in vendita il loro pacchetto azionario. Gli scontri interni all’organismo a cui era stato affidato dalla Regione il bando per la gestione del porto di Balestrate sfocia in un vero e proprio colpo di scena che sembra essere la mazzata definitiva al contenzioso che sino ad oggi ha portato alla prolungata chiusura dell’area portuale. La Regione, oramai, sembra essere sempre più orientata alla revoca del bando emesso nel 2004 anche in ragione di questo cambio d’assetto societario. Non rimbalzano notizie per nulla confortanti dagli uffici dell’assessorato regionale al Territorio e Ambiente. Il governo siciliano avrebbe chiesto un parere all’Avvocatura dello Stato in merito ma le speranze sembrano ridotte davvero al lumicino. Il Comune ha deciso di andare al contrattacco. In una nota ufficiale inviata alla Regione, al prefetto e alla Procura della Corte dei Conti si chiede che la proprietà dell’area portuale venga trasferita al Comune di Balestrate.

Assurdo pensare che il bando fu pubblicato dalla Regione nel 2004 e, dopo una serie di peripezie, soltanto nel 2009 affidato alla Marina di Balestrate srl. All’interno della società, nel tempo, sono maturati nuovi assetti e soprattutto furibondi scontri tra soci, sfociati oggi dalla decisione della minoranza costituita da Villa Igiea e Motomar, che insieme detengono meno del 20 per cento del pacchetto, di vendere la loro proprietà. Secondo il sindaco dietro questa ennesima manovra “ostruzionistica” si celerebbe una ben precisa regia che mira a non far aprire il porto balestratese.

L’ultima interlocuzione, avuta tra il primo cittadino e la Regione, non ha convinto. Pare che il dirigente preposto del Dipartimento Ambiente, che deve autorizzare la sottoscrizione della convenzione, non avrebbe alcuna intenzione di apporre la sua firma. Su questo si sta consumando, secondo voci di corridoio, un forte scontro persino con l’assessore regionale al Territorio, Mariarita Sgarlata, che dal suo canto vorrebbe arrivasse il via libera. Incombe, come se non bastasse, la scure anche dell’Unione Europea che ha già fatto sapere che entro il 31 dicembre di quest’anno la Regione è chiamata a relazionare sull’utilizzo dei 30 milioni di euro concessi per la realizzazione del porto. Se la struttura dovesse restare chiusa Palazzo d’Orleans dovrebbe restituire la somma. Nel frattempo in paese sale la tensione: è di appena qualche giorno fa il tentativo di un commerciante di darsi fuoco perché sommerso dai debiti avendo investito tutto su un negozio di vendita di prodotti nautici nell’ottica dell’apertura del porto. Si paventano, quindi, forti tensioni sociali. Il Comune ha promosso la sottoscrizione di una petizione popolare a partire da oggi in piazza Rettore Evola per protestare contro i prolungati ritardi dell’apertura dell’infrastruttura. Dopodichè si paventano iniziative ancora più clamorose

Nella foto da sinistra il presidente del consiglio Gino D’Anna, il sindaco Totò Milazzo e il vicesindaco Salvatore Ferrara mostrano la petizione

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