Balestrate: insegne selvagge, al via ricorsi

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BALESTRATE. Insegne pubblicitarie selvagge, atto secondo. Il Comune, dopo la raffica di sanzioni amministrative elevate a tutti gli esercizi commerciali del paese, ha predisposto la necessaria modulistica per permettere ai negozianti di presentare l’eventuale ricorso. Fa discutere però la parte finale del modulo in cui viene data la possibilità al ricorrente di chiedere di      “essere sentito personalmente dal sindaco”. “Ma per far che? replica Vito Rizzo, leader del movimento di opposizione in consiglio comunale Spazio Comune -. Decide la politica o la legge se accettare o meno un ricorso? E nessuno si indigna?”. Secondo l’amministrazione comunale però tutto però stato fatto nelle regole. Sotto questo aspetto si evidenzia una ben precisa norma, la numero 689 del novembre del 1981, in cui si evidenzia che “entro il termine di trenta giorni dalla data della contestazione o notificazione della violazione, gli interessati possono far pervenire all’autorità competente a ricevere scritti difensivi e documenti e possono chiedere di essere sentiti dalla medesima autorità”. Per la raffica di multe in paese è stato appositamente costituito un comitato dei commercianti per contestare la decisione del Comune di sanzionare a tappeto tutti i negozi per insegne e cartellonistica pubblicitaria “selvaggia”. La mobilitazione ha preso le mosse dalle decine e decine di multe elevate per mancato pagamento dell’imposta su insegne e cartellonistica pubblicitaria. Per tutti la sanzione è stata uniformata a 60 euro circa, pari al doppio del minimo dell’ammenda prevista dal regolamento comunale. Per gli esercenti una situazione anomala: “Crediamo che ci siano dei vizi di forma nella notifica di questa multa” ha evidenziato il comitato. Alcuni esercenti hanno contestato del tutto il verbale perché “emesso illegittimamente” senza tenere conto del decreto del 19 marzo scorso del ministero dell’Economia e delle finanze che ha per l’appunto chiarito l’applicazione dell’imposta comunale sulla pubblicità per le insegne di esercizio. In altri casi si vuole provare invece quantomeno ad arrivare a dimezzare la contestazione. Il provvedimento precisa che chiunque esponga sulla facciata del proprio esercizio commerciale una pluralità di insegne sarà esente dall’imposta nelle ipotesi in cui la superficie totale delle insegne di esercizio risulti non superiore a 5 metri quadrati. Gli ulteriori mezzi pubblicitari che hanno per scopo di catturare l’attenzione di potenziali acquirenti, raffiguranti ad esempio il marchio del prodotto commercializzato, non si reputano invece insegne di esercizio. A chi accusa l’amministrazione di avere portato avanti questa operazione con il solo scopo di fare cassa il sindaco Totò Milazzo replica: “Tutto ciò – precisa – nasce da una situazione che si è appesantita negli anni. E’ una questione anzitutto di ripristino della legalità, di contrasto al degrado urbano e di sicurezza. Infatti ci sono pervenute molte segnalazioni di cittadini che non riescono neanche più a camminare nei marciapiedi per la presenza di cartellonistica selvaggia installata ovunque”.

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