Anche una ditta individuale con sede ad Erice, con a capo come rappresentante legale una cittadina romena di 44anni residente da tempo nel trapanese, al centro della vasta operazione ‘Ombromanto’ della Guardia di Finanza che ha coinvolto 28 province italiane e scoperto un’imponete frode fiscale da oltre 100 milioni di euro. La ditta ericina di consulenza del lavoro, guidata dalla prestanome dell’azienda di Reggio Emilia a capo della maxi-truffa fiscale, aveva prodotto falsi crediti per circa 150.000 euro. Le indagini in ambito nazionale sono scattate dal comando Provinciale di Reggio Emilia della Guardia di Finanza, su delega della locale Procura della Repubblica diretta da Gaetano Paci.
Tantissime perquisizioni locali e personali per un provvedimento di sequestro preventivo per equivalente di 70 milioni di euro, di beni mobili, immobili, crediti e ogni altro valore nella disponibilità degli indagati raggiunti, fra l’latro, da avvisi di garanzia. Il Provvedimento del GIP di Reggio Emilia è stato emesso nei confronti di 87 persone mentre 179 sono tutti gli indagati. Le indagini hanno fatto emergere un sodalizio criminale che, attraverso la costituzione di società cartiere e l’utilizzo di fatture false e di ‘teste di legno’, effettuava indebite compensazioni di crediti fittizi – creati ad hoc – con debiti tributari reali verso aziende individuate, che, a fronte del credito inesistente ceduto, pagavano una percentuale all’organizzazione. I crediti venivano in parte compensati attraverso lil cosiddetto accollo e in parte ceduti attraverso la simulazione della cessione di un ramo d’azienda.
L’illecito schema fraudolento ha coinvolto circa 400 aziende su tutto il territorio nazionale e fra queste una di Erice, di cui 40 fittizie con il ruolo di “cartiere” per l’emissione delle fatture false e 369 beneficiarie delle indebite compensazioni. La maxi frode fiscale godeva anche della complicità di professionisti appartenenti a diversi ordini fra i quali soprattutto commercialisti e notai.