Audio-registrazione inedita di Borsellino in occasione del 19° anniversario

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Un video trasmesso lunedì all’ora esatta dell’attentato di via D’Amelio, le 16,58. E’ questo forse l’appuntamento più interessante che avrà luogo fra due giorni, il 19 luglio, in occasione del 29esimo anniversario dell’uccisione, con un’auto-bomba, del giudice Paolo Borsellino e della sua scorta.

Sulla pagina Facebook del centro studi Dino Grammatico, alle 16.58, verrà trasmesso il contributo multimediale nato dal casuale ritrovamento, negli archivi dell’Isspe, l’Istituto Siciliano di Studi Politici ed Economici di cui era presidente proprio il politico trapanese al quale è intestato il centro-studi, di un’audio-registrazione inedita di Paolo Borsellino ripresa nel corso di un convegno nel gennaio del 1989.

Sono stati estrapolati ben sette passaggi chiave (Il fenomeno mafioso; Lo strumento repressivo; Il controllo del territorio; Più Stato; La tracotanza mafiosa; La “forza” di «cosa nostra»; Fiducia nelle Istituzioni), che verranno commentati, con dei contributi audio-visivi, da parte di personalità di assoluto rilievo impegnate nel contrasto alla mafia fra cui Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso, Carmine Mancuso, Francesco La Licata e Carlo Palermo. La strage di via D’Amelio, messa a segno dalla mafia il 19 luglio del 1992, non ha ancora una verità giudiziaria completa.

E’ ancora in corso il processo sui presunti depistaggi, argomento di cui si è occupata anche la commissione antimafia dell’ARS, che vedono alla sbarra esponenti, all’epoca, della polizia. Per i giudici dell’ultimo processo, il Borsellino quater svoltosi a Caltanissetta,non esisterebbe, fra l’altro alcuna prova che consente di collegare la trattativa Stato-mafia con la deliberazione della strage di Via D’Amelio. La decisione di eliminare il magistrato non avrebbe quindi alcun rapporto con la trattativa che pezzi dello Stato avrebbero avviato con i clan dopo l’attentato al giudice Giovanni Falcone.

La tesi che Borsellino sarebbe stato ucciso perché aver scoperto l’esistenza della trattativa era stata sostenuta dalla corte d’assise di Palermo che ha celebrato il processo sul dialogo tra pezzi delle istituzioni e le famiglie mafiose. Il barbaro delitto, invece, secondo la corte nissena, rientrerebbe nella strategia stagista della mafia dettata da finalità di vendetta.