Alpauno

Asp Trapani. Croce si difende: ‘Accuse infondate, pagherò io per errori altrui’

Ottantasei pagine, più altre diciannove. È la corposa memoria con cui Ferdinando Croce, manager sospeso dell’Asp di Trapani, prova a respingere le accuse sul caso dei 3.300 esami istologici rimasti senza referto. Una difesa decisa, in cui Croce punta il dito contro chi lo ha preceduto e contro l’assessorato regionale alla Salute, colpevole – secondo lui – di aver ignorato l’allarme lanciato a luglio scorso, appena dieci giorni dopo il suo insediamento. Nel dossier, Croce denuncia che le gravi criticità erano già note nel 2023 ma mai ufficialmente comunicate alla nuova direzione. E rivendica i risultati ottenuti: tempi di refertazione crollati da 144 a 15 giorni in sette mesi, con il 98% dei referti consegnati nei tempi previsti a inizio 2025. Un’inversione di rotta netta, resa possibile da convenzioni con strutture esterne come l’Arnas Garibaldi, il Policlinico di Palermo e Oncopath. Ma il manager non si limita alla difesa tecnica: accusa l’assessorato di inerzia per non aver autorizzato l’esternalizzazione del servizio in tempi utili. E affida la sua controffensiva anche alla Procura, dove ha depositato tutta la documentazione. “Accuse infondate, procedimento costruito su basi illegittime”, sostiene. Nel frattempo, parte una petizione interna in suo sostegno: 1.300 firme in 12 ore. Un gesto che divide. Intanto l’iter per la decadenza va avanti, ma Croce non molla: ha presentato ricorso al giudice del lavoro per tornare al suo posto. E la partita è tutt’altro che chiusa.

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