Artemisia 3, interrogatori volontari e memorie difensive. Crescono faldoni in Procura

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Sono centinaia i casi finiti sotto la lente d’ingrandimento della Procura della Repubblica di Trapani. Un faldone enorme, quello delle indagini preliminari, di oltre 29.000 pagine. 113 le persone che hanno ricevuto l’avviso di conclusione indagini, alcune nel frattempo comunque decedute, e tra queste 22 alcamesi. Per tutti, a vario titolo, le accuse sono di truffa, falsità ideologica, abuso d’ufficio, falsità materiale commessa da pubblici ufficiali. Reati commessi ai danni dell’INPS: concessione allegra di pensioni di invalidità; aggravamenti illegittimi di quelle già esistenti ed elargizione di permessi lavorativi non dovuti.

L’inchiesta parla anche di visite mediche registrate ma mai effettuate e di certificati rilasciati da medici, di famiglia o specialisti, che non erano in commissione. In circa due mesi, dalla consegna degli avvisi ad oggi, c’è stato in procura un grande via vai di avvocati difensori e di indagati. In molti hanno preferito sottoporsi a interrogatorio volontario dinanzi ai sostituii procuratori Francesca Urbani e Sara Morra che portano avanti le indagini.

Altri si sono affidati ai rispettivi legali che hanno prodotto e presentato memorie difensive. In procura si lavora alacremente per portare a compimento il terzo procedimento scaturito dall’operazione Artemisia, due sono già arrivati in tribunale. I tempi potrebbero comunque essere ancora abbastanza lunghi prima di arrivare alle eventuali richieste di rinvio a giudizio.

La mole di documentazione era già enorme ed è stata ancora incrementata dai verbali degli interrogatori e dalle memorie degli avvocati difensori. L’inchiesta ha provato a far luce su raccomandazioni e malaffare nell’esame delle domande di invalidità soprattutto nel 2016 ma qualcuna anche risalente al 2013 e altre al 2018.

Anche qui, come negli altri due procedimenti, i principali indagati sono l’alcamese Saro Orlando, all’epoca responsabile del centro medico-legale dell’INPS di Trapani, e l’ex deputato castelvetranese Giovanni Lo Sciuto ritenuto il perno dell’organizzazione. Coinvolte quasi per intero le commissioni mediche dell’INPS di Trapani. Poi tanti politici ed ex politici, funzionari pubblici, medici e semplici cittadini che avevano presentato istanza per la pensione di invalidità e che sarebbero stati agevolati nell’ottenerla.