Arbitri e sfortuna non aiutano la TH. Prova encomiabile e di estremo impegno ma vince Aretusa

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Niente da fare. La dea bendata ha deciso quest’anno di non lasciare in pace, neanche un attimo, la TH Alcamo. Anche nel giorno più importante, la prima finalissima promozione contro Aretusa, sono infatti arrivate due nuove tegole, due assenze dell’ultimora davvero pesantissime. Il terzino mancino Nicola Lipari, chiamato in servizio all’ultimo momento e il capitano Fabio Saullo che al momento del riconoscimento scopre di avere il green pass scaduto. Di fronte un’Aretusa con un’assenza importante ma con un roster molto più lungo. Alla squadra di Randes, con Lipari e Saulo, questo la TH Alcamo ha creato non pochi grattacapi alla favorita Aretusa ed anzi, mettendo sul parquet encomiabili e commoventi energie, è spesso riuscita a stare avanti nel punteggio fino a raggiungere, al 12esimo della ripresa il massimo vantaggio di re lunghezze.

Una sorta di miracolo confezionato da un altro miracolo: Aleandro Fagone con mezza gamba, l’altra patisce la rottura del crociato, mette dentro, chissà con quale coraggio e con quale foga agonistica, la rete del +3 e la dedica al cielo, alla mamma prematuramente scomparsa. Alcamo a quel punto non ce la fa più debilitato dalla grande fatica ma anche da alcune decisioni della coppia arbitrale che aveva sorvolato su un rosso diretto, sacrosanto, da affibbiare al siracusano Santoro e anche su continui falli subiti da Saitta e non fischiati e che poi davano il là ai contropiedi dei siracusani.

Una partita comunque vibrante che ha visto un Giacalone semplicemente immenso, e che ha riportato grande entusiasmo e pubblico al PalaGrimaudo. Nel frastuono perde le staffe il portiere dell’Aretusa che viene espulso per un brutto gesto al pubblico e che dovrebbe quindi essere squalificato per gara 2. Retour-match che vede i siracusani con mezzo piede in A/2 ma con Saullo e Lipari potrebbe essere un’altra musica. Poi sarebbe pure ora che la dea bendata lasciasse in pace la TH Alcamo e che magari si rivolgesse, una volta tanto, agli avversari.