Appalti pubblici nel 2020, aumenta numero di aggiudicazioni. Sicilia tornata ai livelli ‘pre-crisi’

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Migliora l’efficienza delle stazioni appaltanti in Sicilia e scende la media dei ribassi di aggiudicazione. Secondo l’Osservatorio siciliano di Ance, l’associazione costruttori edili, i dati aggiornati allo scorso 31 ottobre dicono che su 1.794 bandi pubblicati durante il 2020, dopo un anno risultano aggiudicate 1.049 gare, pari al 58,47%, mentre non si hanno più notizie di altri 745 appalti. Quanto agli importi a base d’asta, su quasi 4 miliardi offerti al mercato la cifra aggiudicata è stata poco più di 2,4 miliardi (il 62,30%), così si sono persi per strada circa 1,5 miliardi. Infine la media dei ribassi di aggiudicazione è scesa al 22,56%. Le percentuali migliorano ulteriormente valutando solo i bandi più consistenti, relativi a opere di importo superiore alla soglia comunitaria: su 166 gare bandite ne sono state aggiudicate 122 (73,49%).

In questo quadro specifico, notevole è stata la prestazione degli Urega, gli uffici regionale di aggiudicazione gare: su 32 ne hanno aggiudicato 31 (il 96,88%); su circa 290 milioni di euro, sono stati affidati 287 milioni (il 99,31%). L’Osservatorio di Ance Sicilia analizza poi in dettaglio i soli bandi pubblicati sulla Gazzetta ufficiale della Regione siciliana, che nel 2020 sono stati 205 per 319 milioni: 114 le gare aggiudicate ad un anno dal bando (55,61%) per 173 milioni. La media dei ribassi di aggiudicazione è stata ulteriormente inferiore: 21,20%. Alla luce di questi dati, Ance Sicilia nota con soddisfazione che l’efficienza delle stazioni appaltanti  è tornata ai livelli pre-crisi del biennio 2007-2008.