ANCE: “Siciliani legati al RdC”. Segnalate anche lentezze verso il PNRR

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“Siciliani refrattari allo sviluppo, attaccati al Reddito di cittadinanza, mentre le imprese che hanno il lavoro sono con i mezzi fermi perché non si trovano conduttori specializzati; giovani che seguono l’esempio di questi adulti e non scommettono sulle proprie capacità con il programma ‘Resto al Sud’ e con i concorsi banditi per sfruttare le risorse del ‘Pnrr’, mentre tanti validi talenti sono costretti a emigrare. A tutti questi e alla regione l’Ance Sicilia dice: Sveglia! Il Reddito di cittadinanza non durerà in eterno! L’assistenzialismo da subito sembra comodo, ma alla lunga desertifica la nostra terra”.

E’ questo il duro allarme lanciato da Santo Cutrone, presidente regionale dell’associazione costruttori edili Sicilia, secondo cui “se la Sicilia non sarà in grado di spendere i soldi del ‘Pnrr’, la prima colpa sarà dei siciliani (enti locali e di ricerca, imprese e cittadini) che non si coalizzano e non si attrezzano per partecipare ai tanti bandi di questi giorni, in totale 2 miliardi e 469 milioni di euro, a chi ha idee e vuole costruire il proprio futuro senza per forza attendere che siano gli enti pubblici a farlo”.

Da parte sua, intanto, l’Unione Europea ha già cofinanziato i nuovi cavidotti e gasdotti sottomarini tra Africa e Sicilia e insistito con l’Italia affinché attrezzi i porti della Sicilia meridionale e della Calabria e completi il corridoio Ten-T, incluso il Ponte sullo Stretto di Messina. “Frattanto – sottolinea Santo Cutrone, presidente di Ance Sicilia – , nel complesso quadro di investimenti strutturali  per la trasformazione dei nostri territori, è stato calcolato che nello studio ‘Locomotiva Sud’ sono a disposizione del Mezzogiorno per la prima volta 121 miliardi di euro. Per la Sicilia, però, – ha spiegato Cutrone – ci sono appena 5 miliardi di risorse territorializzate, cioè la stessa cifra che ci trasciniamo da dieci anni per le medesime opere progettate, finanziate e mai appaltate”.

Ciò che, invece, vale di più nel “Pnrr” e negli altri Programmi Ue attivati, è quel famoso “40% per il Sud” offerto ai singoli territori affinché – ha concluso Cutrone – autodeterminino il proprio futuro. Qui la Sicilia arranca. Tra i cosiddetti ‘dottorati comunali triennali’, finanziati con 9 milioni e dedicati alle comunità delle aree interne per elaborare la strategia di sviluppo di quel territorio, su 40 progetti approvati, solo tre sono arrivati dalla Sicilia.