Ai tempi della speculazione edilizia selvaggia e delle regole calpestate ad Alcamo, come da per tutto, potevano sorgere come funghi anche palazzi da 9 piani, in pieno centro abitato, senza alcuna autorizzazione. È il caso del palazzaccio di via Mistretta, conosciuto anche come palazzo Vutano dal cognome del suo costruttore, riconosciuto dopo anni come abusivo e quindi acquisito dal comune di Alcamo nel suo patrimonio. Un edificio che, a parte l’estetica e le tragedie verificatesi al suo interno durante un lungo periodo di abbandono e di degrado, va evidentemente avanti sotto una cattiva stella. Infatti i lavori per la sua riqualificazione, dell’intera area e diparte di quella di corso Generale Medici sono totalmente fermi. Questi 22 nuovi alloggi popolari, il mini-parcheggio di corso generale Medici e la villetta pastore rischiano di rimanere semplici pie intenzioni. Dopo l’ATI Cassisi – Moscariello, azienda estromessa dall’appalto in quando ritenuta inadempiente dallo IACP di Trapani, anche la IG Costruzioni di Belpasso, impresa subentrante, ha rinunciato all’appalto. Una vicenda che sembra avvalorare la tesi della Cassisi-Moscairello sulle carenze notevoli nella progettazione e sui costi oramai lievitati alle stelle rispetto ai circa 3 milioni dell’originario incarico. L’azienda revocata ha infatti chiesto un risarcimento danni allo IACP, istituto autonomo case popolari che ha predisposto la progettazione di concerto con il comune di Alcamo, per il quale è ancora in corso il procedimento giudiziario. Pare che le sesse rimostranze sulla progettazione, sull’appalto e sui costi siano state alla base della rinuncia della nuova ditta appaltatrice. Insomma tutto fermo. Quel palazzaccio rischia di rimanere tale e quale e gli alcamesi che hanno diritto ad un alloggio popolare dovranno attendere ancora chissà quanto.