Alcamo-Voto di scambio, il consigliere Nicolosi non si ricandida

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Non ci sarà un altro candidato sindaco ad Alcamo. O almeno non sarà certamente il consigliere comunale uscente Antonio Nicolosi (nella foto): questa mattina l’esponente del civico consesso ha confermato che conclusa questa legislatura non si ricandiderà in nessun ruolo. Ha deciso di mettersi da parte, travolto dalla bufera giudiziaria che lo ha visto presunto protagonista di “voto di scambio” alle elezioni amministrative di Alcamo del 2012 e rinviato a giudizio nei giorni scorsi. Nicolosi si appresta, insieme ad altri 6 imputati a vario titolo, a intraprendere una lunga avventura giudiziaria e per questo convinto di volerlo fare da libero cittadino per poter dimostrare la sua innocenza. Il consigliere uscente, sostenitore alle scorse elezioni del sindaco Sebastiano Bonventre e del suo entourage capitanato dall’ex senatore Nino Papania, anche lui finito nell’inchiesta e condannato a 8 mesi, continua a professarsi estraneo alle accuse. Ribadisce la sua fiducia nella magistratura ma da carabiniere in pensione esterna più di un dubbio proprio su chi lo ha sottoposto ad indagini.

Prima del pronunciamento sul suo rinvio a giudizio il consigliere comunale alcamese aveva interloquito con i vertici della Dda riguardo alla sua posizione e anche con i magistrati della Procura trapanese. I dubbi sulla metodologia d’indagine sono diversi e riguardano soprattutto le trascrizioni delle intercettazioni. Perplessità esterna ad esempio riguardo ad un presunto mafioso che in una conversazione avrebbe sostenuto che il suo appoggio non sarebbe andato a lui ma ad un altro candidato in consiglio di un altro schieramento.

A luglio Nicolosi dovrà affrontare il processo che lui stesso ha voluto affrontare con il rito ordinario, convinto di riuscire a venirne fuori pulito ed a far emergere quindi la sua estraneità ai fatti. Dalle trascrizioni delle intercettazioni emerge che lo stesso consigliere ad un certo punto si sarebbe accorto di essere sotto indagine e di essere quindi intercettato e secondo gli inquirenti questo lo avrebbe indotto a cambiare stile di vita. Lui però sostiene che già da molto tempo prima rispetto a quando sostengono gli organi di polizia giudiziaria si sarebbe accorto di tutto.