Alcamo, vittima condannata a risarcire l’aguzzino

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ALCAMO – Nonostante tutto crede ancora nella giustizia. E invita gli imprenditori a denunciare i loro estortori. Ma nelle sue parole si legge un’enorme amarezza. E’ quella di Federico Cutino, 49 anni, alcamese, un tempo imprenditore nel ramo alimentare, oggi autista di mezzi pesanti per conto dell’Aimeri Ambiente, la società che gestisce ad Alcamo il servizio di raccolta dei rifiuti. Quello che gli è accaduto ha davvero del paradossale: dopo avere fatto condannare i suoi estortori che ha coraggiosamente denunciato oggi si vede invece condannare a pagare proprio a uno dei due le spese legali. Lo ha deciso la sezione civile del tribunale di Trapani con una sentenza emessa dal giudice Donata D’Agostino, destinata a far discutere. E si preannuncia un’altra battaglia legale: già Cutino, attraverso i suoi avvocati Francesco Paolo Catalanotto e Damiano Ciacio, ha presentato Appello. In pratica impugnano la sentenza in cui lo stesso ex imprenditore chiedeva il riconoscimento di un risarcimento danni per i danni morali e biologici subiti dalla richiesta di estorsione. Ebbene, il giudice sostiene nella sentenza che “la domanda merita accoglimento” e il risarcimento riconosciuto ammonta a mille euro. Il paradosso, però, sta nel fatto che nell’ambito della stessa sentenza Cutino viene condannato a pagare al suo estortore 2.100 euro per le spese legali sostenute

Cutino fece arrestare nel 2008 l’avvocato e allora consigliere comunale di Alcamo Caterina Vitello insieme con il fornaio Giuseppe Lombardo, accusati di avere preteso una somma di denaro per non esercitare il diritto di rilancio nell’ambito di una vendita immobiliare all’asta. Tra gli aspiranti acquirenti della vendita all’asta, secondo gli investigatori, c’era sia l’avvocato che rappresentava il fornaio, sia l’imprenditore alcamese che, per ragioni sentimentali aspirava a rientrare in possesso di un bene già appartenuto alla sua famiglia. Dopo esserselo aggiudicato in maniera provvisoria, l’imprenditore sarebbe stato avvicinato dal consigliere comunale e dal fornaio i quali, sotto la minaccia di rilanciare sul prezzo entro il termine di 10 giorni previsto dalla legge, gli avrebbero chiesto la somma di 2 mila euro. Pochi giorni dopo l’asta, in seguito ad intercettazioni, gli investigatori sono riusciti a bloccare i 2 arrestati mentre stavano ricevendo la somma di 1.700 euro, a fronte dei 2.000 euro inizialmente richiesti. Oggi Cutino ripensa a ciò che è successo e le certezze morali e di giustizia che lo avevano spinto a denunciare i suoi estortori stanno cominciando a vacillare

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