Nel 2004 l’ultima delibera di giunta che fissa i valori di chi possiede beni immobili ad Alcamo. Da allora ad oggi, quindi a distanza di 14 anni, non si sono mai più rivisti quei parametri. Stiamo parlando dei “valori commerciali” stabiliti con delibera di giunta la quale a sua volta indica le modalità di applicazione dei criteri stabiliti. Il problema vero è che quei parametri di un tempo, con l’enorme crisi che nel frattempo ha attraversato il mercato immobiliare e che ha fatto crollare di conseguenza il loro effettivo valore, oggi non rispondono al reale mercato. Ad ammetterlo è lo stesso Comune attraverso i suoi vertici della macchina burocratica che evidenziano effettivamente che “i valori determinati dalla delibera vanno aggiornati”. Intanto l’effetto di questa prolungata stasi ha letteralmente congelato il mercato ad Alcamo: i valori elevati infatti impongono la vendita di terreni a costi che non sono aderenti al mercato. Nessuno compra e di fatto nessuno può vendere. Problema che soprattutto si sta verificando su chi è proprietario di terreni edificabili in zone D destinate alle attività produttive. Caso sollevato dai gruppi consiliari Abc e Alcamo cambierà ed in particolare dall’esponente dell’assise Gino Pitò, ingegnere con competenze specifiche anche da estimatore di beni immobili. Proprio per la conoscenza di questo ambito evidenzia che il valore a metro quadro di questi terreni in zona D ad Alcamo si aggirerebbe attorno agli 80 euro metro quadrato ma rileva che di fatto il mercato di oggi, attraversato da questa crisi, avrebbe fatto crollare tale valore a non oltre i 40 euro. Parliamo quindi della metà del valore che oggi invece impone il Comune di Alcamo rimasto in tutti questi anni immobile. Il primo sollecito dei due gruppi consiliari al municipio fu fatto già nel 2016 ma sostanzialmente non si è affrontato il problema sino a che non si è insediato il dirigente della Direzione all’Urbanistica lo scorso 1 dicembre. Lavoro che quindi è cominciato da poco e che ha visto confrontarsi il nuovo dirigente, Venerando Russo, con il responsabile dell’ufficio Tributi. Si è convenuto che i valori sono obsoleti e devono essere rideterminati ma il rischio è che i tempi possano ancora prolungarsi. Difatti è stato deciso che questa rideterminazione dovrà essere fatta con l’Agenzia delle entrate.
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