Alcamo, tonnellate di umido in piattaforma: Comune valuta eventuali danni ambientali

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Il Comune di Alcamo sta valutando se chiedere i “danni” alla Regione per quei giorni di utilizzo dell’impianto di compostaggio gestito da privati in contrada Citrolo garantito ad una quarantina di territori siciliani. Lo ha annunciato il sindaco Domenico Surdi che quindi ipotizza una sorta di “ristoro”, un vero e proprio risarcimento da parte del governo cittadino per aver concesso ad un numero elevatissimo di Comuni quell’impianto.

Per tre giorni un elevatissimo numero di mezzi pesanti hanno per ore stazionato sulla bretella della statale 113, causando quindi un notevole impatto ambientale con concentrazione notevole di scarichi. Ma non è l’unico tema scottante che sul piano ambientale sta prendendo di petto il municipio alcamese.

Ce n’è uno ancora più grande ed è quello della paventata costruzione di un impianto di biogas sempre in contrada Citrolo da parte di privati e su cui il Comune ha dato pareri tecnici negativi. Questo però non allontana il rischio che ad Alcamo possa sorgere questo impianto e sotto questo aspetto il sindaco lo ha ribadito ieri sera in consiglio comunale: “Il Comune ricordo che ha portere molto relativo – evidenzia – perchè il titolare del potere autorizzatorio è la Regione che potrebbe decidere di testa sua senza tenere conto dei nostri pareri negativi”.

Intanto è stato deciso di convocare sul tema un consiglio comunale straordinario aperto al Cine Marconi per il prossimo 15 ottobre con l’intenzione di sentire le voci di associazioni, ambientalisti, addetti ai lavori e semplici cittadini. Dal consiglio comunale convocato in forma ordinaria ieri sera, proprio per discutere sul tema, sono emerse posizioni contrastanti e c’è chi sostiene di addentrarsi nella materia e non dire “no” aprioristicamente perchè in Sicilia il problema dello smaltimento dei rifiuti è diventato preoccupante proprio per l’assenza di impiantistica:

“La settimana prossima mi recherò in assessorato – annuncia il consigliere comunale Saverio Messana – per leggere bene la documentazione e soprattutto di che tipo di emissioni stiamo parlando. Se non sappiamo questo non possiamo valutare nulla”. La delicata questione dell’impianto di biogas, su cui la Regione deve ancora esprimersi in via definitiva per autorizzare l’eventuale realizzazione, è stata affrontata in commissione consiliare Ambiente e da qui sono venute fuori da parte dei tecnici del Comune molte perplessità:

“Intanto i nostri tecnici – evidenzia la consigliera Rosalba Puma – chiedono di controllare la distanza con l’area industriale perchè non risulta vero, come riportato nel progetto, che disterebbe 1 chilometri ma appena 200 metri. Si chiedono poi specifiche sul ciclo dell’acqua al trattamento liquidi e l’acqua usata per umidificare i rifiuti; bisogna inoltre meglio descrivere la produzione di raccolta e stoccaggio delle ceneri e prevedere in autocontrollo la verifica delle emissioni con attenzione alle polveri sottili e allo zolfo”.

Ci sarebbe secondo il consigliere Gino Pitò anche un problema di ordine tecnico riguardo alla realizzazione di questo impianto ed è legato alla sua ubicazione secondo quanto prevede il piano regolatore generale: “Io credo che questo impianto debba comportare l’adozione di una variante urbanistica – è la sua tesi – perchè ricade in zona E11 che ha destinazione diversa”.