Alcamo-Tentò di estorcere soldi e posti di lavoro ad imprese edili: condannato

0
478

Torna in carcere l’alcamese Lorenzo Poma, 57 anni. Per lui è arrivata la condanna dal tribunale di Trapani dove era sotto processo per tentata estorsione continuata in concorso ai danni di due imprese edili. Dovrà scontare un residuo di pena di 2 anni, 2 mesi e 3 giorni. Ad eseguire l’ordine di carcerazione i carabinieri della Compagnia di Alcamo. Poma oltretutto era già destinatario di una sorveglianza speciale. La prima volta finì in carcere nel giugno del 2015 insieme ad Antonino Barone quando la Procura, in seguito alle accurate indagini portate avanti dai carabinieri, ricostruì le diverse estorsioni che aveva organizzato ai danni di ditte che operavano a Custonaci. Un primo tentativo fu documentato alla fine del 2014 quando Poma venne sorpreso ad organizzare un’intimidazione nei confronti dell’impresa Rovil di Roma che stava effettuando gli interventi per la realizzazione del gas metano per conto dell’Italgas a Custonaci. Poma, con Barone, si presentò prima alla ditta chiedendo l’assunzione di personale all’interno del cantiere ma al primo diniego fecero trovare una bottiglia contenente del liquido infiammabile ed un accendino su di un mezzo della ditta. Il mese successivo venne inviata una lettera minatoria in cui si rivendicava l’attentato del mese precedente e nel gennaio del 2015 fecero una telefonata minacciando di far saltare tutto in aria se non si fosse proceduto all’assunzione del figlio di uno dei due estortori. A maggio Poma, secondo la ricostruzione degli inquirenti, prese anche di mira un’altra impresa, la Icomit di Catania impegnata a realizzare il restyling della villa comunale sempre di Custonaci. Stesso modus operandi ma questa volta con segnali ancor più eclatanti a modo di vedere dei due malavitosi: fu collocato un bidone di grosse dimensioni con su attaccata una miccia ed un accendino. E dopo questo primo eclatante atto intimidatorio fece seguire una lettera e una telefonata di minacce. I due sono stati incastrati da una serie di riscontri attivati dagli inquirenti attraverso intercettazioni telefoniche, ambientali e videoriprese. Poma comunque ha agito sganciato da organizzazioni criminali: in pratica sarebbe entrato in azione autonomamente, spinto anche dall’attuale contesto di crisi socio-economica e dalla difficoltà di trovare lavoro. La complessa ed articolata attività investigativa ha permesso di far piena luce e di ricostruire uno spaccato sociale caratterizzato da arroganza e prevaricazione, nell’ambito del quale è emerso il progetto criminoso di Poma, ovvero quello di  avvalersi della forza di intimidazione con tipiche modalità “mafiose”, per poter influenzare la gestione delle assunzioni presso le due aziende.