Alcamo: Tarsu, batosta sul Comune

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Batosta per il Comune di Alcamo che soccombe di fronte a tutta una serie di ricorsi di contribuenti che si sono opposti al pagamento della vecchia Tarsu, la tassa sui rifiuti solidi urbani, emessa negli anni scorsi. Sono stati presentati da semplici cittadini ma anche da imprenditori una serie di ricorsi alla commissione provinciale territoriale di Trapani che hanno visto sempre vincere il ricorrente, cioè il privato. Il Cpt ha dato torto in tutti i casi al Comune sempre per le stesse motivazioni: anzitutto perché vi sarebbe stata da parte del municipio la mancata iscrizione in bilancio come autorizzazione di spesa dell’ammontare delle esenzioni per i locali comunali. In pratica la commissione ha sostenuto che nel calcolo delle tariffe si sarebbero dovuti inserire anche le bollette a carico del Comune che invece non si è autotassata, facendo venire meno quindi il presupposto di equità contributiva. In poche parole, per il Cpt e secondo quanto contestato dai ricorrenti, la tassa sui rifiuti è stata ripartita tra tutti i contribuenti in modo errato, cioè senza conteggiare anche la quota spettante al Comune che avrebbe fatto abbassare la media del tributo per ogni singola utenza. La giunta municipale guidata dal sindaco Sebastiano Bonventre ha già fatto appello deliberando di resistere in giudizio: “La mancata tassazione dei locali comunali – sostiene l’ente municipale alcamese – non ha causato alcun danno ai contribuenti in quanto pur nel caso ad essi più favorevole, e cioè quello del mancato innalzamento delle tariffe, nessun beneficio ad essi ne poteva pervenire. Pertanto il vizio rinvenuto nella procedura di determinazione delle tariffe per non avere tenuto conto dell’autorizzazione di spesa nella predisposizione dei bilanci annuali, rapportato all’esiguo ammontare rispetto alla quota che è rimasta a carico del bilancio comunale per la parte non coperta dal gettito tariffario, non è tale da giustificare la pesantezza della sentenza che ha invalidato le tariffe vista anche la conseguenza che tale invalidazione potrebbe avere sulle finanze dell’ente”. Altra contestazione accolta dal Cpt è stata quella della tassazione delle aree scoperte, non dovuta secondo la commissione provinciale: “Tale tassazione – rilancia la giunta nel ricorso – è prevista da una delibera di consiglio comunale del dicembre 2010 essendo, nel caso delle imprese ricorrenti, superfici operative in quanto sono funzionali all’attività di vendita”. L’amministrazione ha posto l’accento sul fatto che le aree esterne adibite ad attività commerciali vengono utilizzate per l’attività di promozione mediante esposizione e vendita e quindi sono da considerare aree operative a tutti gli effetti alla stessa stregua delle aree di manovra dei mezzi che effettuano lo scarico delle materie prime in quelle aziende in cui si effettuano lavorazioni per l’ottenimento di un prodotto finito attraverso il ciclo di lavorazione che si realizza al suo interno. Soltanto nell’ultima settimana la giunta ha perso ben 4 ricorsi, due presentati da semplici cittadini ed altri due da aziende per la vendita di automobili e riguardano la tassa sui rifiuti dagli anni 2005 al 2008.

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