Alcamo stravolta dal dolore. Tragedie del genere segnano tutti e fanno riflettere

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Una domenica tragica ha stravolto gli alcamesi e distrutto il cuore di familiari e amici. A soli 20 anni, figlio di due dipendenti pubblici, aveva detto che andava a studiare e invece si è fatto prendere da un momento di debolezza e di scoramento. Il quartiere dove è accaduta la tragedia è da diverse ore bloccato da tantissima gente disperata e che urla il suo dolore. Alle 18,15 circa l’arrivo della ambulanze non era servito a nulla.

Per deontologia professionale, per evitare ipotetiche emulazioni e per rispettare le ferree norme sulla privacy non raccontiamo alcun dettaglio di un pomeriggio che non avremmo mai voluto si verificasse. Un ragazzo che mai aveva creato problemi alla sua famiglia, che andava avanti negli studi, che conosceva tantissimi giovani e che, insiepgabilmente decide di farla finita. Una tragedia che per forza di cose rappresenta una ferita nel cuore di tutti.

In vicende del genere noi genitori, noi adulti, tutti coloro che operano nelle agenzie sociali e quindi nella formazione dei ragazzi, la Chiesa e le istituzioni devono per forza di cose interrogarsi. Quali valori e quale tranqullità la società frenetica dei nostri giorni riesce a trasmettere ai più giovani? Cosa scatta nella mente dei nostri ragazzi nei momenti di difficoltà? Quali appigli forniamo? Non è facile fare analisi anche perchè l’animo di chi scrive, così come quello di tutti gli alcamesi, è un subbuglio di emeozioni, dolore e amarezza.

I dati dell’Osservatorio Mondiale della Sanità, negli ultimi anni, non sono confortanti. Troppe tragedie simili fra i ragazzi di età compresa fra i 15 e i 19 anni. Forse in questa Italia si fa poco di concreto rispettto alle maree di parole e ai pochi fatti. I genitori non vengono supportati, le scuole non fanno prevenzione, le istituzioni non sanno come intervenire e i ragazzi non sono aiutati e magari continuano a soffrire. Tanti giovani, perdendo magari di vista i veri valori, si sentono morire dentro e si nascondono dietro un’apparente normalità.

Di certo è che questo pomeriggio si è consumata una tragedia tanto atroce quanto inattesa. Qualcosa di cui tutti noi siamo coinvolti, magari responsabili. Un sorriso, un pensiero, un sostegno possono servire ma talvolta non vengono elargiti perchè si è perduto il senso di comunità, quella vera, quella calorosa che si prodiga sempre per il prossimo. Non è un sermone e nemmeno un atto di accusa. Si tratta di una riflessione che tutt quanti, di fronte a tragedie del genere, siamo chiamati a sostenere.