Alcamo: sprechi al Comune, vertice con i dirigenti

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Il Comune di Alcamo a caccia di soldi. La scarsa liquidità di cassa sta imponendo all’amministrazione comunale di rivedere un po’ tutta l’impostazione relativa proprio ai capitoli inerenti gli introiti. Proprio per questo motivo è stato convocato in questi giorni dal presidente del consiglio Giuseppe Scibilia un vertice al municipio alla presenza del sindaco, della giunta e soprattutto dei dirigenti dei vari settori. La parola d’ordine è stata quella di rivedere tutto ciò che concerne l’ambito delle entrate: “Si deve andare a rivedere dai canoni per il Marconi e il teatro alle singole voci per le spese di energia elettrica e del gas – sottolinea Scibilia -. Nulla deve rimanere sotto traccia”. Ad essere messo quindi in discussione praticamente tutto. Tra gli indirizzi dati dalla giunta non solo il risparmio del materiale di cancelleria ma anche la revisione di tutti i contratti e le convenzioni stipulate ad esempio per canoni telefonici e con compagnie dell’energia elettrica e dell’erogazione del gas. Ad essere chiesta però anche massima correttezza ai dipendenti comunali: stop quindi all’eccessivo utilizzo di impianti di riscaldamento o di condizionamento e soprattutto basta alle luci lasciate accese negli uffici anche la notte. Un Comune che rischia seriamente il default secondo il presidente del consiglio, il quale ha individuato anche i versanti sui quali intervenire per rinvigorire le casse comunali: “Bisogna dare fondo ad ogni sforzo per la verifica delle multe dei vigili urbani notificate a mai incassate – precisa – e anche alla lotta all’evasione. Quest’anno per la Tari è stato incassato appena un terzo di quanto previsto”. Una situazione difficile che impone scelte importanti per attuare con il massimo rigore la cosiddetta spending review. Nella tagliola potrebbero finire anche i servizi sociali e i servizi a domanda individuale: “Non voglio allarmare nessuno – conclude Scibilia – ma credo che ci sia il bisogno di rivedere ogni aspetto delle spese del Comune”.