Alcamo: Si suicida bevendo dell’acido

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“Scusatemi tutti ma senza mio marito io non so vivere”. Una lettera lasciata sul tavolo, la casa riordinata di tutto punto. Aveva pianificato ogni cosa una donna alcamese di 65 che ha deciso di farla finita dopo la tragica morte del marito ingurgitando mezza bottiglia di acido. E’ morta tra sofferenze atroci, nonostante il tentativo dei sanitari dell’ospedale San Vito e Santo Spirito di Alcamo di salvarla. Aveva maturato questa idea di farla finita sin dall’indomani della morte del marito Castrenze Messina, avvenuta lo scorso 11 maggio, caduto accidentalmente dalla veranda posta al terzo piano dell’abitazione di sua proprietà in via Metastasio nel tentativo di riparare un guasto alla rete idrica. La consorte non ha retto al dolore e dopo poco più di un mese ha trovato il coraggio per farla finita. L’epilogo della vicenda ha davvero i contorni tragici. L’estremo gesto si sarebbe consumato nella giornata di sabato, ma solo oggi l’episodio è venuto a galla. L’anziana, che viveva da sola da quando era venuto a mancare il marito, ha bevuto una grossa quantità di un potente solvente che le ha letteralmente bruciato molti organi interni, alcuni dei quali vitali. Prima di fare ciò, però, aveva deciso di pianificare tutto: ha ripulito casa, si è persino vestita nel modo più consono per prepararsi al funerale. Poco dopo il fatto i familiari sono riusciti a rendersi conto del gesto e hanno soccorso la donna trasportandola subito all’ospedale di Alcamo dove è giunta in fin di vita e priva di conoscenza. Dopo le prime cure la sessantaquattrenne era riuscita anche a svegliarsi ma senza pronunciare una parola a causa dell’effetto dell’acido sulle corde vocali. L’agonia è durata diverse ore e nella tarda serata, a causa delle gravissime lesioni interne, è spirata. Ad avere indagato sul caso il commissariato di polizia di Alcamo che praticamente in poche ore ha chiuso il cerchio: si è trattato di suicidio e quindi il caso è stato archiviato. Il corpo della donna è stato restituito ai familiari lo scorso lunedì e ieri si sono tenute le esequie. Una famiglia dilaniata da una tragedia dietro l’altra nell’arco di pochissimo tempo. La prima fu quella proprio della fatalità della caduta di Castrenze Messina dalla veranda della casa che aveva dato in affitto ad una coppia. Salendo su una scala aveva perso l’equilibrio e da un’altezza di 12 metri si è schiantato al suolo morendo sul colpo. Anche in quel caso indagò la polizia che chiuse il caso come un incidente domestico.

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