Alcamo, si fermano le autobotti private. I titolari lamentano le solite code al bottino e i ritardi nell’attivare le nuove colonnine

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Entro i primi di luglio dovevano essere installate almeno altre tre colonnine per fare caricare l’acqua alle autobotti in altre zone del territorio di Alcamo. Bocchettoni che avrebbe erogato il prezioso liquido con nuove tecnologie: l’uso di card magnetiche che l’autotrasportatori, di volta in volta, poteva caricare con altre somme di denaro necessario a pagare l’acqua al comune di Alcamo.

Lo avevano assicurato in consiglio comunale, quasi due mesi fa, al momento del varo del nuovo regolamento per il trasporto di acqua a mezzo autobotti o autocisterne, sia i componenti della giunta Surdi che i dirigenti degli uffici comunali competenti. Il calendario segna inesorabilmente la data del 15 luglio e ancora non ci sono notizie del materiale acquistato che dovrebbe essere montato.

In città la situazione idrica diventa sempre più pesante con i turni dell’acqua slittati fino a 7 giorni e con le autobotti private che, ogni giorno, non riescono a smaltire le oltre cento richieste di acqua, la maggiorparte delle quali nel centro abitato. Pochi carichi d’acqua, invece, per le campagne e per Alcamo Marina. La spiegazione è molto semplice: diverse abitazioni di villeggiatura godono di pozzi e piccole sorgenti. Inoltre gli alcamesi fanno sempre più spesso ricorso alle autobotti dei paesi limitrofi.

Da domani, probabilmente, il caos regnerà ancor più sovrano. Gli autotrasportatori alcamesi hanno infatti deciso di incrociare le braccia per fare sentire la loro voce e chiedere al Comune di potere lavorare nel rispetto delle regole. La Confartigianato si è fatta portavoce di una categoria costretta, si legge in una nota, “a fare file inesorabili che portano ad attese lunghissime e a ripetute chiamate da parte degli utenti finali che assillano gli operatori, inermi davanti a regole che trovano applicazione solo in parte”.

Ad oggi, vige un regolamento approvato dal consiglio comunale, che aspetta l’attuazione di alcune sue parti, tra questi, l’apertura di nuovi punti di carico, le cosiddette colonnine. “Gli autotrasportatori sono degli artigiani iscritti regolarmente all’albo delle imprese e non sono venditori di acqua. Credo che sia giusto che si finisca di considerare gli autotrasportatori – scrive la Confartigianato – come i padroni dell’acqua. La categoria vuole lavorare in regola”.

“Le nostre licenze, affermano gli autotrasportatori alcamesi,  sono infatti solo per il trasporto e durante il viaggio c’è bisogno di un documento che attesti la provenienza del carico e la relativa applicazione di sistemi di autocontrollo. Il nostro Comune, a seguito di regolamento comunale ha permesso alle autobotti private di caricare acqua dal bottino, acqua che è esclusivamente potabile”.

Secondo Confartigianato e secondo gli autotrasportatori sarebbe il caso che l’acqua dei pozzi privati, non destinata all’uso umano, possa essere prelevata e utilizzata per altri scopi, “ovviamente nella totale gestione degli impianti da parte dell’ente comune”. Riempimento di piscine, irrigazione dei campi e dei giardini, fornitura per impianti di produzione non alimentare si effettuano per adesso soltanto con l’acqua del bottino che, di questi tempi, scarseggia forse come non mai.

“Siamo certi che il fermo delle autobotti private rischia di aggravare la situazione per i nostri cittadini, ad iniziare dai centri non forniti di conduttura idrica pubblica e le zone di villeggiatura. Per questo – concludono gli autotrasportatori alcamesi-  speriamo che l’amministrazione tenga conto delle nostre esigenze”.