Alcamo-Scandalo pozzi privati, sindaco “ad un bivio”

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Amministrazione comunale di Alcamo di fronte ad un bivio dopo che è venuto fuori lo scandalo dei pozzi privati e sono finiti sotto accusa la dirigente del Settore Tecnico e Manutenzione, Anna Parrino, e il funzionario Pietro Girgenti, spostato ad altro ufficio nel frattempo. Il sindaco Domenico Surdi, dopo un confronto informale con il segretario comunale Vito Bonanno, allo stato attuale delle cose può sostanzialmente muoversi in tre modi. Il primo potrebbe essere quello di lasciare tutto per com’è, in attesa degli sviluppi dell’indagine da parte della Procura; una seconda opzione è quella di valutare lo spostamento della Parrino in altro settore, soluzione questo un po’ più difficile da attuare per le competenze specifiche della dirigente che non potrebbero essere prese da nessun altro all’interno della pianta organica dell’ente; oppure, la terza soluzione, potrebbe essere quella di scorporare l’ufficio Acquedotto dal Settore Servizi tecnici per inglobarlo in un altro Settore della macchina burocratica che lo possa ragionevolmente assorbire. Stiamo comunque parlando di ipotesi in quanto in questa fase della vicenda il primo cittadino può solo muoversi in via discrezionale, magari per ragioni più che altro di opportunità, sfruttando la legge 190 del 2012 che per l’appunto gli permette uno spostamento di un dipendente sotto indagine. Una situazione che comunque potrebbe far sorgere degli imbarazzi considerando che la questione sui pozzi privati a breve tornerà a farsi sentire anche perchè ci si avvicina verso il periodo estivo e necessariamente si dovranno prendere dei provvedimenti per garantire un congruo approvvigionamento alle migliaia di cittadini alcamesi che dal centro urbano si sposteranno ad Alcamo marina, zona priva di rete idrica e per questo servita proprio dalle autobotti di privati. Situazione quindi delicata e ancora tutta da affrontare. La Procura ipotizzerebbe che al municipio i due burocrati finiti sotto indagine avrebbero favorito i gestori dei pozzi privati di acqua e di alcune ditte di autotrasporto. Lo scandalo sarebbe stato scoperchiato nel giugno scorso grazie all’oramai ex segretario generale del Comune Cristofaro Ricupati il quale avrebbe formalmente avanzato delle denunce e presentato un vero e proprio dossier ai carabinieri, alla guardia di finanza, all’Autorità nazionale anticorruzione e alla Procura della Corte dei conti. Da dicembre scorso è arrivata la scadenza della concessione per l’attingimento dai pozzi privati, con tanto di balletto di competenze tra chi deve autorizzare: il sindaco chiama in causa gli uffici, gli uffici invece sostengono che deve prendersi la responsabilità il governo cittadino. Secondo quanto denunciato da Ricupati i burocrati comunali di Alcamo avrebbero consentito ai gestori dei pozzi privati di ottenere guadagni illeciti, senza il pagamento di Irpef e Iva. Le ditte di autotrasporto guadagnavano circa 40 euro ad autobotte, mentre il Comune non incassava un euro perché formalmente l’acqua veniva distribuita direttamente dai titolari dei pozzi.