Ad Alcamo dal 1985 sino all’ultima sanatoria, anno 2003, sono state presentate 12 mila domande che fotografano la vastità di un fenomeno che ha permesso il sorgere di quartieri abusivi per come accaduto a Santa Lucia e nella zona di Via Kennedy, sanati grazie ai Piani particolareggiati di recupero finanziati dalla Regione. Un monumento all’abusivismo edilizio è lo scempio di Alcamo Marina. Nonostante il lavoro del personale dell’Ufficio comunale sono ancora migliaia le pratiche, circa 5 mila, da evadere ma alle quali non si può dare la concessione edilizia per mettersi in regola, sempre che ne abbiano i requisiti. Negli anni è successo periodicamente. Ovvero l’invio di lettere agli abusivi con le quali il Comune di Alcamo sollecita il completamento della documentazione per potere procedere alla concessione edilizia o alla bocciatura. In questi giorni il Comune è tornato alla carica. Già sono state recapitate oltre 150 lettere, con le quali si sollecita l’integrazione della documentazione pena la bocciatura della richiesta di sanatoria. Dopo il completamento della pratica l’ufficio potrà concedere la sanatoria se l’immobile ricade in una zona che non sia di inedificabilità. Negli anni centinaia di alcamesi hanno rinviato sempre l’integrazione della documentazione poiché non sono in grado di versare le somme richieste per mettersi in regola. La crisi che imperversa in quasi tutti i settori: agricoltura ed edilizia in particolare, hanno prosciugato le riserve di molti alcamesi. L’edilizia ha rappresentato il volano dell’economia e oggi è bloccata per la mancanza di strumenti urbanistici da parte del Comune: per esempio il Prg è scaduto da tempo, calato il silenzio sul piano paesaggistico mentre gli imprenditori invocano scelte agli amministratori comunali, chiedendo nuove aree e sono in attesa di risposte.