Alcamo, RSU e organico sempre assieme. Intensificato ritiro ingombranti, capannone CCR sequestrato

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Sicilfert

Nuovo stop agli impianti della Sicilfert, l’azienda che gestisce nel marsalese una piattaforma di smaltimento dell’organico alla quale conferiscono i comuni della provincia di Trapani. Gli impianti, che ad onor del vero stavano appena ripartendo dopo lo stop imposto dal sequestro giudiziario, si sono fermati quando ancora alcuni comuni non avevano cominciato a portarvi i loro rifiuti. Alcamo aveva fatto richiesta ma ancora tutto era da definire. I pagamenti, infatti, richiesti dalla Sicilfert sarebbero più che raddoppiati e quindi divenuti quasi esorbitanti. Si parla di circa 200 euro a tonnellata di organico quando prima si pagava appena 95. Sembra quindi destinata ad andare avanti, chissà per quanto tempo, la raccolta della spazzatura, sia in città che ad Alcamo Marina, senza alcuna differenziazione fra organico ed RSU. Tutto quindi assieme e in discarica con la percentuale di differenziata che è praticamente arrivata ai minimi storici quando in alcuni comuni vicini, vedi Balestrate, sta invece schizzando alle stelle. Intanto si stanno invece facendo gli straordinari per il servizio di ritiro a domicilio di ingombranti. La lunga emergenza aveva fatto accumulare tantissimo lavoro arretrato e si sono allungate a dismisura le liste di attesa. Per questo il servizio, in alcuni giorni della settimana, viene effettuato anche al pomeriggio. Soltanto due giorni, invece, per il ritiro dei cosiddetti RAEE, gli elettrodomestici in disuso. Anche per questo segmento della raccolta, il comune di Alcamo è costretto a sopportare costi maggiorati a causa del perdurante sequestro del capannone, presso il CCR di vallone Monaco, messo a segno dai carabinieri forestali oltre sette mesi fa, esattamente nel dicembre dello scorso anno. Per rimettere in funzione la struttura bisogna realizzare, visto che l’area interessata supera i 3.000 metri quadri, una vasca di decantazione delle prime acque piovane. Diversi i preventivi richiesti alle ditte per effettuare i lavori, l’ultimo dei quali prevede una spesa complessiva di 60.000 euro. Pochi spiccioli rispetto agli otto milioni di avanzo di amministrazione certificati nel rendiconto finanziario del comune di Alcamo, ma non si procede né all’appalto che tantomeno all’effettuazione delle opere.