Alcamo: ricordo foibe, domani un minuto di silenzio nelle scuole

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Domani tutte le scuole materne, elementari, medie e superiori di Alcamo osserveranno un minuto di silenzio in ricordo di uno dei più bui e tragici periodi della storia italiana legato alle foibe. Accogliendo l’input del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, che ha firmato una circolare con la quale invita tutte le scuole italiane, di ogni ordine e grado, a organizzare iniziative per ricordare la tragedia delle Foibe in occasione del “Giorno del Ricordo”, per domani l’assessore alla Cultura e Pubblica Istruzione del Comune di Alcamo, Selene Grimaudo, invita le Scuole alcamesi ad osservare un minuto di silenzio alle 11 per ricordare le vittime della Venezia Giulia e della Dalmazia durante la II Guerra Mondiale. “Questa giornata, che assume un significato storico e umano non indifferente così come la Shoah del 27 gennaio – afferma l’assessore Grimaudo – ricorda oltre 10.000 connazionali trucidati barbaramente sul confine orientale e gettati dentro le foibe tra il 1943 ed il 1945 nel nome di una pulizia etnica attuata nei confronti degli italiani, nonché i 350.000 uomini costretti all’esilio dalle terre natie di Istria, Fiume e Dalmazia per sfuggire alla repressione dei partigiani comunisti del Maresciallo Tito. E’ nostro compito ricordare tanti fratelli che hanno perso la vita, sensibilizzando le nuove generazioni ad apprezzare la pace e la fratellanza quali valori fondamentali dell’umanità”. Con i massacri delle foibe si intendono gli eccidi ai danni della popolazione italiana della Venezia Giulia e della Dalmazia della seconda guerra mondiale e dell’immediato dopoguerra. Il nome Foibe deriva dai grandi inghiottitoi carsici, dove furono gettati molti dei corpi delle vittime, che nella Venezia Giulia sono chiamati per l’appunto “foibe”. Il fenomeno dei massacri delle foibe è da inquadrare storicamente nell’ambito della secolare disputa fra italiani e popoli slavi per il possesso delle terre dell’Adriatico orientale e nelle ondate epurative jugoslave del dopoguerra, che colpirono centinaia di migliaia di persone in un paese nel quale, con il crollo della dittatura fascista, andava imponendosi quella di stampo filo-sovietico, con mire sui territori di diversi paesi confinanti.