L’ennesimo contributo alla crescita culturale e alla fruizione dei beni monumentali della città di Alcamo, monsignor Vincenzo Regina lo sta dando anche da morto. Infatti ieri pomeriggio il convegno per la figura e l’opera di questo sacerdote è stata l’occasione per riaprire il trecentesco castello dei conti di Modica, il principale bene monumentale di Alcamo. Squadre di operai del Comune hanno lavorato per una quindicina di giorni per le grandi pulizie, per togliere le erbacce che facevano da cornice all’esterno dell’antico maniero, dove invano, soprattutto durante la trascorsa estate, hanno bussato al portone decine di turisti che volevano ammirarlo dall’interno. Solo una parte è stata riaperta: quella che si affaccia su piazza della Repubblica poiché rimangono chiusi i locali che ospitano il museo etnografico, accanto alla torre circolare puntellata dall’interno, il teatrino dell’opera dei pupi, la scalinata in marmo. Allo studio provvedimenti per gli interventi di consolidamento che si presentano lunghi, costosi e forse anche complessi per come si evince della relazione consegnata al commissario comunale Giovanni Arnone da Teotista Panzeca, professore di Scienze delle costruzioni alla facoltà di architettura dell’Università di Palermo. Relazione commissionata dal commissario, tra i principali artefici del convegno su monsignor Regina. Un convegno molto partecipato con in prima fila nipoti e parenti di monsignor Regina. E poi tante persone di varia estrazione culturale. La figura e l’opera del grande sacerdote è stata illustrata dagli interventi dello storico Roberto Calia, dall’ingegnere Enza Anna Parrino, dirigente comunale, che ha parlato del castello dei conti di Modica nelle opere di monsignor Regina, e del famoso fotografo Melo Minnella autore delle foto di tanti libri di monsignor Regina. Una testimonianza ha portato l’ex ministro Enza Bono Parrino, artefice del finanziamento e dei lavori che negli anni ’90 consentirono la riapertura del castello. Intervento anche dell’ex parlamentare l’onorevole Francesco Paolo Lucchese, che da presidente della Banca don Rizzo finanziò quasi tutte le pubblicazioni di monsignor Regina così come l’opera dell’architetto Portoghesi che si trova nella chiesa Madre. Saluti sono stati portati dal commissario Giovanni Arnone, da Giuseppe Scibilia, presidente del consiglio comunale, dai vescovi Domenico Mogavero e Pietro Maria Fragnelli, da monsignor Aldo Giordano, arciprete della chiesa Madre. Moderatore è stato Ernesto Di Lorenzo. Al secondo piano del castello è stata inoltre allestita una mostra con foto che ripercorre la vita sacerdotale di monsignor Regina. Si possono ammirare anche paramenti sacri indossati dallo stesso durante la sua lunga missione pastorale. Ora speriamo che il grande portone del castello non venga richiuso ma che rimanga aperto alla fruizione e alle visite anche perché il Comune ha tanto di quel personale che può benissimo utilizzare per tenere aperto l’antico maniero.