E’ scoccata l’ora del “De profundis” per l’ospedale San Vito e Santo Spirito di Alcamo? Sembra proprio di sì, almeno stando a giudicare quanto previsto dal “Patto per la salute”, accordo finanziario e programmatico tra il governo nazionale e le Regioni, di valenza triennale, in merito alla spesa e alla programmazione del Servizio Sanitario Nazionale, finalizzato a migliorare la qualità dei servizi, a promuovere l’appropriatezza delle prestazioni e a garantire l’unitarietà del sistema. Tra le 72 strutture ospedaliere in tutta Italia di cui si prevede la soppressione viene elencato proprio il San Vito e Santo Spirito di Alcamo. L’idea è quella ancora una volta di risparmiare ma si rischia di farlo sulla pelle dei cittadini. La soppressione del nosocomio alcamese avverrebbe sulla base di un semplicissimo parametro: in sostanza il governo nazionale vuole semplicemente calar il sipario su quegli ospedali che contano meno di 60 posti letto. Alcamo rientra proprio fra questi, dopo i consistenti tagli subiti negli ultimi anni a causa delle continue e penalizzanti rimodulazioni delle reti ospedaliere. Il san Vito e Santo Spirito conta infatti soltanto 50 posti letto. Non a caso nell’ultima rimodulazione pensata dall’assessorato regionale alla Salute si punta a ridimensionare ulteriormente ciò che resta del nosocomio alcamese. E’ prevista infatti la trasformazione del pronto soccorso in Punto Territoriale di Emergenza oltre che la scomparsa di alcuni reparti. Nelle scorse settimane il primo cittadino ha lanciato in tal senso un allarme sottoscrivendo una lettera aperta nella quale, facendo riferimento all’articolo 32 della Costituzione italiana che riconosce la salute come diritto fondamentale, denunciava una non equa distribuzione di servizi sanitari nel territorio provinciale. Il futuro dell’ospedale, aveva avuto modo di evidenziare Bonventre, sarebbe legato ad accordi sottoscritti in passato che oggi andrebbero corretti, con la modifica del decreto regionale di rimodulazione della rete ospedaliera. A capitolare comunque nel trapanese non sarebbe soltanto l’ospedale di Alcamo ma anche il Nagar di Pantelleria (18 posti letto), l’“Abele Ajello” di Mazara del Vallo (18 posti letto) e il “Vittorio Emanuele III” di Salemi (24 posti letto). Più complessivamente il “Patto per la salute” prevede di arrivare dagli attuali 109,9 miliardi del fondo sanitario ai 115,4 del 2016. Meno di quanto previsto inizialmente perché le risorse devono seguire l’andamento lento del Pil. Il nocciolo della questione è sempre lo stesso e cioè l’eccessiva spesa sanitaria sul territorio nazionale e specie per quello siciliano. Mediamente in Italia il 50 per cento è esente dal ticket e sono quelli che consumano l’80 per cento delle prestazioni sanitarie. In compenso chi li paga si svena per visite specialistiche e diagnostica, alle quali, per questo motivo, rinunciano ogni anno 6 milioni di italiani. Di qui l’idea, ancora da mettere nero su bianco, di ridurre drasticamente gli ospedali. Il primo cittadino però ribadisce ancora una volta che resta in piedi il progetto di costruzione del nuovo ospedale, che4 si dovrebbe concretizzare però attraverso un project financing.
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