Alcamo-Ordinanza di demolizione per immobili di via Giordano

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Assolti in sede penale dall’accusa di lottizzazione abusiva è rimasto vivo il presunto illecito amministrativo a suo tempo contestato dal Comune di Alcamo nei confronti dell’imprenditore alcamese Antonello Cassarà e del direttore dei lavori architetto Silvio Piccolo. E per il presunto illecito amministrativo recentemente il Comune ha notificato all’imprenditore l’ordinanza di demolizione che riguarda scantinati e semi scantinati del complesso immobiliare che si trova nella via Monte Bonifato, attraversato dalla via Giordano e composto da sette edifici con una settantina di appartamenti, tutti abitati da professionisti alcamesi. Appare scontato che l’imprenditore presenti ricorso al Tar contro l’ordinanza di demolizione, che difficilmente, comunque, potrà diventare esecutiva. Infatti se Cassarà dimostra che gli scantinati, si tratta di una superficie di circa 2 mila e 200 metri quadrati, non possono essere demoliti perché altrimenti causerebbero pregiudizio agli appartamenti sovrastanti, come appare ovvio, la vicenda si potrà sanare con il pagamento del doppio del valore. Ma ripercorriamo la storia che ormai dura da una decina di anni e che tenne anche in apprensione le circa settanta famiglie che avevano acquistato gli appartamenti. Nello scorso ottobre i giudici della sezione IV della Corte d’appello di Palermo giudicarono inammissibile l’appello proposto dalla procura della repubblica di Trapani contro l’assoluzione di Cassarà e Piccolo con la formula perché il fatto non costituisce reato. Entrambi furono accusati di lottizzazione abusiva, a conclusione delle indagini condotte dalla squadra di polizia giudiziaria del commissariato di Alcamo. In pratica, secondo i poliziotti, sarebbe stata realizzata una volumetria superiore a quanto stabilito nel progetto. Tesi ribaltata durante i processi. Il processo di primo grado, celebratosi a Trapani davanti al giudice monocratico, fu caratterizzato anche da una serie di relazioni predisposte da periti nominati sia dal giudice che dagli imputati. Il processo, con il rito abbreviato, si concluse un anno fa con l’assoluzione di Cassarà e Piccolo con la formula perché il fatto non costituisce reato. In pratica il giudice ritenne che non ci fu abusivismo e che le opere vennero realizzate nel rispetto di leggi e regolamenti. Gli avvocati difensori: Abate per Cassarà e Motisi e Aricò per Piccolo dimostrarono, carte alla mano, il comportamento lecito dei loro assistiti. Ora a tale vicenda si aggiunge un nuovo capitolo, quello dell’illecito amministrativo, con emissione dell’ordinanza di demolizione di scantinati e semi scantinati. Replica l’imprenditore Antonello Cassarà il quale afferma: “Tutto è in regola e lo dimostreremo ancora una volta poiché non c’è alcuna discrepanza tra i progetti approvati e quanto è stato costruito. Abbiamo dato mandato all’avvocato Girolamo Rubino di presentare ricorso al Tar contro l’ordinanza del Comune”.