Due processi: uno davanti al gup del tribunale di Palermo e uno davanti ai giudici del tribunale di Trapani per gli imputati in una stessa operazione antimafia “Freezer”, alcuni arrestati, altri a piede libero che venne effettuata nel mese di febbraio dello scorso anno. Davanti al gup del tribunale di Palermo si presenteranno il prossimo nove febbraio cinque imputati che hanno scelto il rito abbreviato. Il nove febbraio è in programma la requisitoria del pubblico ministero nei confronti di Ignazio Melodia, u dutturi, ritenuto dagli investigatori il capo mandamento della mafia alcamese. Salvatore Giacalone, soprannominato “u professuri” perché ha insegnato in corsi di formazione per la guida di mezzi pesanti. Antonino Stella, mazarese residente ad Alcamo, Filippo Cracchiolo, che gestiva un negozio di frutta e verdura nella via Ugo Foscolo e Giuseppe Di Giovanni. Tutti e cinque sono reclusi dal giorno in cui scatto l’operazione, coordinata dalla Procura distrettuale di Palermo e condotta dalla squadra mobile di Trapani e dalla polizia di Alcamo. Per coloro i quali hanno scelto il rito ordinario il processo inizierà giovedì prossimo a Trapani. Si tratta di Leonardo Palmeri, Leonardo Zanca, Roberto Lo Meo e Diego Ruggeri. L’ordinario è stato scelto anche dal castellammarese Vito Turriciano, condannato anche in appello a 12 anni per l’operazione “Cemento del Golfo”. È stata, invece, stralciata la posizione del medico Alida Lauria, già in servizio al reparto di chirurgia dell’ospedale di Alcamo, accusata di favoreggiamento nei confronti del suo compagno Giuseppe Di Giovanni, poiché scrivono gli investigatori, sarebbe stata a conoscenza che il Di Giovanni aveva una pistola ma non denunciò la circostanza. Lo stesso Di Giovanni deve rispondere anche di detenzione di droga, trovata dalla polizia di Alcamo nel proseguo delle indagini dell’operazione Freezer Numerose le parti civili ammesse dal gup Lorenzo Iannelli. Si tratta dei comuni di Alcamo e Castellammare, l’Associazione antiracket e antiusura di Alcamo, presieduta da Vincenzo Lucchese ed assistita in tantissimi processi dall’avvocato Davide Bambina, Confindustria Trapani, il Centro studi “Pio La Torre” di Palermo, l’associazione “La verità” di Marsala e sei imprenditori alcamesi vittime della mafia che sono i titolari dell’Edilcasa e della ditta Gica. Un ruolo determinanti nell’inchiesta ha avuto la collocazione di microspie e telecamere all’interno della cella frigorifero del negozio di orto-frutta, dove si svolgevano summit mafiosi credendo di essere al sicuro mentre si conversava sulle attività e ricerca di denaro con Ignazio Melodia, che secondo gli inquirenti avrebbe avuto ad Alcamo un ruolo dominante e che secondo, alcuni pentiti, sarebbe stato investito in tale ruolo per la fedeltà che avrebbe dimostrato nei confronti del super latitante Matteo Messina Denaro. L’operazione “Freezer” secondo gli investigatori avrebbe ancora una volta dimostrato che sono le estorsioni, le strade privilegiate per rifornire di denaro le casse di cosa nostra. Gli indagati debbono rispondere a vario titolo di associazione a delinquere, estorsione e favoreggiamento.