Alcamo-Omicidio Coraci, la vittima colpita a sangue freddo

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Nessuna colluttazione: Enrico Coraci (nella foto) è stato colpito a freddo. Confermata l’arma: una calibro 12 ma la novità è che il tipo di proiettile era a pallettoni e non con un unico pallettone come inizialmente avevano pensato gli investigatori. Queste le uniche indiscrezioni trapelate dall’autopsia effettuata ieri pomeriggio sul corpo dell’alcamese di 34 anni, vittima di un agguato nella notte di venerdì 20 novembre e morto il successivo lunedì sera a causa delle gravi ferite riportate. L’esame autoptico è stato affidato all’istituto di medicina legale di Palermo ad opera del professor Paolo Procaccianti che ha potuto dare subito i primi riscontri più evidenti, poi la perizia completa sarà come sempre depositata entro i prossimi 60 giorni. Sul corpo di Coraci anzitutto non è stato riscontrato alcun segno di ematomi: questo vuol dire che prima dello sparo non c’è stata alcuna colluttazione tra i suoi aggressori, unici imputati sono i fratelli Francesco e Vincenzo Gatto, e la stessa vittima. Questo vuol dire che i due pregiudicati alcamesi si sarebbero presentati al cospetto di Coraci con l’unica intenzione di ucciderlo. Almeno questa la ricostruzione che è stata fatta dai carabinieri della Compagnia di Alcamo, supportati anche dalla Procura di Trapani. Poi la pallottola che ha colpito Coraci al petto era a pallettoni: questo spiega anche il motivo per cui il 34enne ha riportato delle gravissime ferite anche in altre parti del corpo, tanto che i medici dell’ospedale Cervello di Palermo hanno dovuto asportargli la milza, parte del fegato, il colon destro e un rene. Intanto lunedì i due fratelli accusati dell’omicidio dovranno comparire davanti al pubblico ministero, Rossana Penna, ma per loro la situazione si complica. Infatti il legale che avevano nominato, l’alcamese Vito Di Graziano, ha rinunciato al mandato: “Non si sono concretizzate determinate condizioni sulla linea difensiva” sostiene il legale. Secondo la ricostruzione dei fatti l’omicidio sarebbe maturato dopo quanto accaduto il venerdì sera dello scorso 20 novembre per l’appunto, quando scoppia una lite nella nota panineria “Fame chimica” di Alcamo di piazza della Repubblica. Diversi testimoni sostengono di avere visto Coraci discutere animatamente con i due fratelli, sino a che lo stesso 34enne avrebbe sferrato un pugno ad uno dei due. Un’offesa che i Gatto non si sono per nulla tenuti. Quando Coraci si allontana dalla panineria i fratelli pochi minuti dopo fanno lo stesso, tutto documentato da testimonianze e dalle telecamere di videosorveglianza installate in zona. Poi l’auto di Coraci si vede imboccare dal viale Italia la via don Pino Puglisi, per dirigersi verso il “Villaggio regionale”. Gli occhi elettronici verificano che qualche minuto dopo anche l’auto dei Gatto imbocca la stessa strada. Gli inquirenti sostengono che i fratelli sapevano dove Coraci si stava dirigendo: da qui è scattato l’agguato con uno dei due Gatto che, giunti in via Ruisi, ha premuto il grilletto di un fucile da caccia calibro 12 per colpire a pochissimi metri di distanza Coraci.