Alcamo-Omicidio Coraci, indagati chiedono rito abbreviato condizionato

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Ammissione delle parti civili, padre, madre e sorelle, quattro persone in tutto. La riserva di decidere se accettare o meno la richiesta  di rito abbreviato condizionato. Sono state queste le fasi principali dell’udienza preliminare tenutasi stamane davanti al gup di Trapani per l’omicidio di Enrico Coraci (nella foto), deceduto due giorni dopo l’agguato all’ospedale Cervello di Palermo, avvenuto nel novembre dello scorso anno. Il gup Caterina Brignone ha accolto la richiesta dei difensori dei famigliari Coraci, avvocati Sebastiano Dara, Bruno Vivona e Antonino Vallone, di costituirsi parte civile. Gli avvocati dei fratelli Francesco e Vincenzo Gatto, Michele Magaddino e Carmelo Carrara,  hanno chiesto al gup il rito abbreviato condizionato col confronto con un giovane alcamese, testimone delle drammatiche fasi che precedettero in via Ruisi, l’esplosione di un colpo di fucile, da distanza ravvicinata, che colpì organi vitali del Coraci.  I fratelli Gatto sono accusati di omicidio aggravato da futili motivi e da porto abusivo d’ armi. La prossima udienza è stata fissata per il prossimo nove novembre in modo da dare il tempo alle parti di interloquire sulla richiesta di rito abbreviato condizionato.  Enrico Coraci venne ferito con un colpo di fucile, poi rinvenuto nascosto tra anfratti dai carabinieri che condussero le indagini. Il giovane morì due giorni dopo il ricovero all’ospedale Cervello di Palermo. I carabinieri hanno ricostruito l’agguato che sarebbe maturato in un contesto di regolamento di conti legato al commercio di stupefacenti. L’omicidio, avvenuto in via Ruisi nel quartiere popolare “villaggio regionale”, sarebbe scaturito qualche ora dopo un diverbio avvenuto, secondo una serie di testimonianze, davanti alla panineria “Fame Chimica” di piazza della Repubblica. Panineria oggi chiusa e gli abitanti della zona hanno ritrovato la tranquillità perduta poiché schiamazzi e tanto altro si verificavano davanti al locale sino alle prime luci dell’alba. I fratelli Gatto hanno fornito diverse versioni durante gli interrogatori e di recente Francesco Gatto avrebbe detto ai giudici che a sparare è stato solo lui, e che  Vincenzo  non sapeva niente del fucile. Versioni queste che cozzerebbero con le intercettazioni telefoniche. Ora tutto è ancora una volta all’esame dei giudici per la preparazione alla fase processuale vera e propria.