Alcamo-Omicidio Coraci, autopsia e arresti convalidati

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Il giudice per le indagini preliminari di Trapani, Antonio Cavasino, ha convalidato gli arresti di Francesco e Vincenzo Gatto, i due alcamesi pregiudicati di 29 e 22 anni accusati di avere ucciso Enrico Coraci, 34 anni, colpito al petto da un fucile calibro 12 nella notte di venerdì scorso e morto lunedì sera all’ospedale Cervello di Palermo. Secondo il gip resta forte l’impianto accusatorio ricostruito in un lampo dai carabinieri della Compagnia di Alcamo guidati dal capitano Savino Capodivento: per loro confermato anche l’isolamento in carcere. Per la Procura resta forte il pericolo di fuga degli indagati e per questo motivo i due fratelli restano in carcere. Nel contempo la Procura ha anche disposto l’autopsia sul corpo di Coraci la cui data dovrà ancora essere stabilita all’istituto di medicina legale di Palermo ad opera dell’oramai esperto professore Paolo Procaccianti. Ci sono ancora alcuni aspetti da chiarire della vicenda e l’esame autoptico potrebbe aiutare gli investigatori a mettere insieme altri tasselli per l’impianto accusatorio. Inoltre da questo esame potrebbero soprattutto emergere nuovi particolari che hanno portato allo sparo nei confronti del 34enne e magari anche rafforzare ulteriormente l’accusa nie confronti dei Gatto. I fratelli sono stati arrestati al culmine di un’indagine serratissima che fa pensare ai carabinieri che siano stati loro ad organizzare la spedizione punitiva nei confronti di Coraci. Una trappola che sarebbe scattata al culmine di una lite, i cui motivi sono ancora in fase di accertamento da parte degli inquirenti. Il caso è stato chiuso dai carabinieri in pochissime ore. In pratica, secondo la ricostruzione dei fatti, tutto sarebbe cominciato il venerdì sera con una lite scoppiata in una nota panineria ad Alcamo di piazza della Repubblica, “Fame chimica”. Diversi testimoni sostengono di avere visto Coraci discutere animatamente con i due fratelli, sino a che lo stesso 34enne avrebbe sferrato un pugno ad uno dei due. Un’offesa che i Gatto non si sono per nulla tenuti. Quando Coraci si allontana dalla panineria i fratelli pochi minuti dopo fanno lo stesso, tutto documentato da testimonianze e dalle telecamere di videosorveglianza installate in zona. Poi l’auto di Coraci si vede imboccare dal viale Italia la via don Pino Puglisi, per dirigersi verso il “Villaggio regionale”. Gli occhi elettronici verificano che qualche minuto dopo anche l’auto dei Gatto imbocca la stessa strada. Gli inquirenti sostengono che i fratelli sapevano dove Coraci si stava dirigendo: da qui è scattato l’agguato con uno dei due Gatto che, giunti in via Ruisi, ha premuto il grilletto di un fucile da caccia calibro 12 per colpire a pochissimi metri di distanza Coraci. Va prendendo sempre più corpo l’ipotesi che il movente della lite fra i tre sia legata al mondo del piccolo spaccio della droga.