Alcamo, nuove aziende in contrada Sasi. Tutto fermo, da anni manca regolamento

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L’ultima graduatoria delle ditte ammesse all’assegnazione dei lotti residui per insediamenti produttivi di contrada Sasi, ad Alcamo, risale al 24 gennaio del 2011, quindi a circa nove anni fa. Graduatorie e punteggi vennero determinati da un’apposita commissione presieduta da Giambattista Impellizzeri, all’epoca dei fatti ingegnere capo del Comune.  Venne quindi pubblicato l’elenco delle ditte escluse e di quelle ammesse per la valutazione dell’esercizio del diritto di prelazione. A sbloccare un iter che già allora era alquanto lento e aveva anche suscitato polemiche contribuì certamente anche un servizio di “Striscia la Notizia” che inviò ad Alcamo Sabrina Petyx.

Da allora sulla zona artigianale di contrada Sasi, istituita come PIP, vale a dire piano per insediamenti produttivi e quindi soggetto a finanziamenti, agevolazioni e quant’altro, è ritornato il silenzio e dal Comune non trapelano tempi brevi per far ripartire la costruzione di nuovi capannoni. In pratica è scaduto da diversi anni il regolamento per l’assegnazione e la gestione delle aree per insediamenti produttivi e non è mai stato rinnovato. Ad onor del vero una bozza era stata preparata dagli uffici comunali, a cavallo fra la gestione commissariale Arnone e il primo scorcio della sindacatura Surdi, ma poi finì definitivamente nei cassetti.

Morale della favola ci sono alcune aziende che hanno preferito aprire o potenziare le loro attività in territorio di Calatafimi o di Partinico. Lavoratori quindi costretti a fare i pendolari e tributi versati ad altre amministrazioni comunali. Altre aziende invece aspettano da 3 o 4 anni le autorizzazioni a poter realizzare le loro strutture. Fra queste anche quelle che hanno il terreno di proprietà e che quindi dovrebbero ottenere una corsia preferenziale nella velocizzazione dei tempi burocratici. Più volte la commissione consiliare competente ha chiesto lumi sull’immediato futuro di contrada Sasi ma ami sarebbero arrivate dall’amministrazione Surdi risposte soddisfacenti.

Bisognerebbe ripartire da una ricognizione dei luoghi, dei lotti da assegnare, delle domande presentate. Anche qui però il lavoro è già stato completato nel 2017. I responsabili dell’epoca, Giuseppe stabile e Giuseppe regina, avevano contattato le ditte assegnatarie per chiedere se fossero ancora interessate ad ottenere il lotto ed a costruire i lori capannoni. Alcune risposero positivamente, alcune dissero di no ed altre ancora nemmeno presentarono alcuna risposta. La ricognizione, poi, finì probabilmente nello stesso cassetto, accanto alla bozza del nuovo regolamento necessario per procedere alle assegnazioni. Quei pochi imprenditori ancora interessati a zona Sasi, chissà per quanto tempo ancora, dopo tre anni e mezzo, saranno costretti e a fare avanti e indietro dagli uffici comunali.