Duecento strumenti musicali raccolti negli angoli più disparati del mondo. Rebab, sarinda, gansira, swarpeti, bansuri, takita, marambao, vojnica, iakir e tanti altri. La certosina ricerca all’interno delle foreste brasiliane, nei deserti dell’Australia, in India dove ha incontrato Madre Teresa di Calcutta, fino ma spingersi nel cuore dell’Africa per vivere un mese assieme ai pgmei. Insegnante di chitarra, ma soprattutto artista e giramondo. E poi ancora in Thailandia, Tibet, Nuova Guinea, Sudamerica, Polinesia, Cina Argentina, Sudafrica e quasi tutti gli stati europei. Questo è stato l’artista alcamese Fausto Cannone, deceduto nel mese di settembre dello scorso anno, che per quasi 30 anni ha girato il mondo acquistando i più disparati strumenti musicali. Tutti funzionanti e tutti comprati nei paesi d’origine. Finalmente questo eccezionale patrimonio, che esattamente quattro anni fa, Fausto Cannone donò, come atto d’amore, al Comune di Alcamo, grazie all’impegno dell’allora assessore Selene Grimaudo, ha una sua sede definitiva. E’ nato, infatti, il Museo degli strumenti multietnici “Fausto Cannone”, che erano esposti da quattro anni in alcuni saloni dell’ex Collegio dei gesuiti. Hanno trovato sistemazione definitiva nell’ex chiesa di San Giacomo della Spada, che nel recente passato ha ospitato prima la biblioteca comunale, poi la biblioteca multimediale e oggi il Museo. E’ stato inaugurato dal sindaco Domenico Surdi e dall’assessore Lorella Di Giovanni. Alla sua realizzazione hanno lavorato il dirigente Vita Alba Milazzo, l’infaticabile Maria Ruisi e l’architetto Giusy Rausa. Presente alla cerimonia la vedova Caterina Lanzarone e famigliari di Fausto. Nella sola serata di sabato sono stati ben 700 i visitatori. Dell’importanza di queste opere si era reso conto per primo l’ex senatore Ludovico Corrao, che una ventina di anni fa, in occasione della Festa della Madonna, organizzò una mostra nella sede della sua segreteria politica in via Manzoni. I suoi strumenti musicali sono stati oggetto di tesi di laurea. La perseveranza di Fausto Cannone che, aveva avuto numerose richieste anche dai responsabili del Palazzo Steri di Palermo, alla fine è stata premiata perché l’insegnante-artista autore, di svariati cd musicali, ha voluto lasciare un segno alla sua Alcamo. Il Museo Fausto lo voleva dedicare al padre Gaspare Cannone. Questi è stato giornalista, collaborò all’Avanti con Benito Mussolini, col quale aveva stretto amicizia e dal quale si distaccò quando fondò il Partito fascista. Era anarchico e antifascista. Gaspare Cannone per molti anni abitò in America dove lavorava nel giornale “La follia di New York”. Per le sue battaglie a favore di Sacco e Vanzetti, venne arrestato e condannato alla sedia elettrica. Lo stesso Mussolini scrisse all’allora presidente degli Usa chiedendo la sua liberazione. Gaspare Cannone non riconobbe tale lettera. Poi venne scarcerato perché non aveva commesso alcun reato e ritornò ad Alcamo. In Italia aveva intrapreso l’ attività di critico letterario, poeta e commediografo. Iniziò a collaborare al giornale anarchico “Umanità Nova” e divenne un uomo di punta dell’ anarchismo siciliano. Era un intellettuale finissimo e scomodo. Aveva contatti, amicizie e contrasti con i maggiori esponenti della cultura d’ allora, compreso D’ Annunzio. Scrisse saggi su Croce e Carducci. Nel novembre dello scorso anno doveva essere presentato il libro su Gaspare Cannone tratto dai numerosi documenti che Fausto assegnò ad un dirigente scolastico alcamese. L’ impegno civile e l’amore della libertà sono valori che Fausto Cannone ha ereditato dal padre. Fausto Cannone ha composto almeno settecento tra ballate, canzoni e poesie. Ha tenuto concerti a Bedford, in Inghilterra, a Cuba, al teatro Garcia Lorca di Guardalavaca. A Parigi, nel 1989, hanno messo in scena con coreografie bellissime un suo poema musicale sulla Sicilia, sulle contraddizioni, sul fatalismo e sul senso tragico di questa terra. Ha musicato sedici poesie e scritto moltissimo per Rosa Balistreri e cantato contro la mafia. Il suo ultimo cd di un anno e mezzo fa “Ballate contro la mafia” intona canti dedicati ad eroi italiani come i giudici Livatino, Falcone, Borsellino, il generale Dalla Chiesa, agli uomini della scorta e a tante altre vittime della mafia nell’adempimento del loro dovere e a difesa della legalità e democrazia.