Alcamo, morte Alessio Lanzarone Omicidio stradale, pensionato a giudizio

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Un pensionato alcamese  Pietro Raneri è stato rinviato ieri a giudizio con l’accusa di omicidio stradale, che prevede una pena da due a sette anni. La decisione è stata presa dal Gip del tribunale di Trapani che ha fissato il processo il quattro ottobre prossimo davanti ai giudice monocratico. Il gip ha respinto le richieste presentate dall’avvocato Giuseppina Cataldo, che difende il pensionato. Giuseppina Cataldo aveva chiesto l’estromissione delle parti civili e sollecitata la messa alla prova ai servizi sociali per consentire l’estinzione del reato. Entrambe le richieste sono state rigettate e per quanto riguarda la messa alla prova questa è prevista per reati fino a quattro anni di pena. Lo scorso aprile durante lo svolgimento dell’udienza preliminare era stato cambiato il capo di imputazione: da omicidio colposo ad omicidio stradale. Pietro Raneri, nel maggio dello scorso anno, mentre usciva da una stradella, laterale alla Provinciale 55 per Alcamo Marina, si scontrò con un  la moto guidata dall’architetto  Alessio Lanzarone, che morì per le gravi ferite riportate.  Una tragedia che scosse l’opinione pubblica alcamese poiché Alessio era un professionista conosciuto e stimato. Per il cambio dell’ imputazione determinante è stato il sopralluogo sul posto dell’incidente, dell’ottobre dello scorso anno, “definito geometrico per punti di osservazione da diverse angolazioni”. I famigliari di Alessio Lanzarone, moglie, i genitori e un fratello, quattro persone in tutto, si sono costituite parti civile nel processo penale e sono assistite dall’avvocato Sebastiano Dara. In sede civile, per il risarcimento dei danni, sono difesi dall’avvocato Baldo Ruvolo, che ha già avviato trattative con l’assicurazione “Cattolica” per arrivare ad una transazione per il risarcimento dei danni agli eredi di Lanzarone.  Alessio Lanzarone era a bordo della sua Ducati e si stava dirigendo verso Alcamo Marina  sulla provinciale 55 dove si verificò l’incidente. Morì alcune ore dopo il ricovero all’ospedale Civico di Palermo. Ad Alcamo aveva tantissimi amici e conoscenti e praticava diversi sport. Ai funerali nella chiesa Madre parteciparono migliaia di persone.