Alcamo-Morì durante droga party, tre condanne

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Una serata da trascorrere tra amici, consumando sostanze stupefacenti, si trasformò in tragedia. E’ accaduto nella notte tra il 5 e 6 marzo del 2009 in un’abitazione di Alcamo: qui si erano ritrovati cinque giovani di ritorno da Palermo dove erano andati ad acquistare eroina, come dimostrarono le risultanze investigative della polizia di Alcamo e Castellammare. Uno di loro, Salvatore Chiappara di Castellammare del Golfo, morì alcune ore dopo il ricovero all’ospedale di Alcamo per arresto cardiaco. I quattro amici sono finiti sotto processo con l’accusa di omicidio colposo ed ora è arrivata la sentenza. Tre sono stati condannati ad un anno, pena sospesa, ed al risarcimento delle parti civili, rappresentate da gli avvocati Antonino Vallone e Gaetano Vivona. Si costituirono parte civile la madre e i familiari del Chiappara ai quali il giudice ha sentenziato il pagamento di una somma complessiva che si aggira sui 950 mila euro. Condannati ad un anno Fabio Riggi e Giuseppe Palmeri di Alcamo, e Luigi Cesarini di Castellammare. Assolto per non avere commesso il fatto un altro alcamese: Francesco Bambina, difeso dall’avvocato Aurelio Cacciapalle. Era il 5 marzo del 2009 quando il gruppo di amici si recò a Palermo per acquistare la sostanza stupefacente. Di ritorno andarono per consumare la droga nell’abitazione di uno di loro. Chiappara verso la mezzanotte iniziò a sentirsi male. I quattro, forse presi dal panico, non sanno cosa fare e solo verso le nove dell’indomani portarono Chiappara in ospedale e lo lasciarono su una barella del pronto soccorso di Alcamo. Poi si allontanarono senza dare l’allarme. Alcuni minuti dopo quel corpo riverso sulla barella del corridoio del nosocomio viene notato da alcuni operatori del 118 giunti in ambulanza per portare un ammalato. Danno l’allarme e i medici iniziarono le cure ma ormai, nonostante tutti gli sforzi degli operatori sanitari, è troppo tardi. Salvatore Chiappara muore per arresto cardiaco. La polizia di Alcamo e Castellammare avviò le indagini e presto individuarono i quattro amici. Il giudice nel dispositivo parla di imperizia e imprudenza da parte dei tre condannati. I difensori presenteranno appello.