Alcamo, “minacce a luci rosse” a colleghe. Cinquantenne a processo

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L’accusa per la quale dovrà difendersi davanti al giudice monocratico di Trapani è quella di minaccia aggravata per la diffusione in rete di presunti video porno in danno di due colleghe d’ufficio, con le quali avrebbe asserito di avere avuto rapporti sessuali. Le due donne quando vennero a sapere che il capo ufficio dell’istituto a livello nazionale, con sede anche ad Alcamo, raccontava di rapporti sessuali, mai avuti, non esitarono, nel settembre del 2017, a presentare querela. Iniziarono le indagini dei carabinieri di Alcamo e gli accertamenti da parte dell’Istituto dove i tre lavoravano. L’uomo, un cinquantenne, venne licenziato e sostiene che la causa è stato il complotto ordito dalle due signore perché gelose della nuova compagna. Anche queste affermazioni vengono respinte dalle due impiegate che si sono costituite, tramite l’avvocato Maurizio Lo Presti, parte civile nel processo, davanti ai giudice monocratico del tribunale di Trapani, la cui prima udienza è stata fissata per il prossimo sette maggio.

Nel processo dovranno essere chiariti e accertati tutti i contorni di una vicenda che tocca anche l’onore e la tranquillità delle due impiegate, che hanno il pieno sostegno dei propri congiunti che mai hanno creduto alle affermazioni dell’ex responsabile della sede locale di un Istituto. Un’indagine complessa e molto delicata quella che è stata portata avanti dai carabinieri, che hanno sentito i protagonisti di questa vicenda durante la quale è emerso anche che l’uomo ha raccontato ad una decina di persone, tra le quali anche colleghi d’ufficio, di presunti rapporti sessuali con le due signore. E alle due ex colleghe avrebbe mostrato anche due cd che avrebbero contenuto i filmati, di rapporti sessuali che nel tempo, sostiene di avere avuto con esse. Affermazioni respinte con decisione.

Una vicenda molto delicata i cui accertamenti sono andati avanti per circa un anno e mezzo allo scopo di avere un quadro molto chiaro di quanto sostenuto dalle parti in conflitto. E per le indagini il pubblico ministero ha nominato un consulente per visionare il contenuto dei due Cd dove figurano immagini pornografiche ma non possono essere identificate le donne durante i rapporti. La difesa è convinta che si tratti di filmati scaricati da siti porno dove non si vedono i volti delle donne durante i rapporti e che si tratterebbe di una messa in scena dell’imputato per mettere in cattiva luce le sue assistite. Ma durante le indagini non sono mancate le sorprese. Infatti a seguito di perquisizioni a sorpresa sia a casa che nell’ufficio dove l’uomo lavorava, vennero sequestrati due hiphone, un hipad e un pc portatile. In ufficio venne sequestrato un cd con video con scene pornografiche. Indagini, molto complesse e delicate sfociate ora nel processo che avrà inizio il prossimo sette maggio. L’uomo è difeso dall’avvocato Massimo Motisi.