Alcamo Marina, nuovo smottamento nella collina franata nel 2009

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Sono state ben centocinquanta le richieste di intervento da parte dei vigili del fuoco di Alcamo durante le 24 ore in cui il territorio è stato flagellato da forti piogge. Ma una richiesta in particolare è tornata a far crescere la preoccupazione in una località quella di Alcamo Marina, bombardata da centinaia di colate di cemento abusivo, dove “La collina del disonore” è la metafora di un territorio urbanizzato senza alcun criterio. Senza regole comportamentali, ben descritte nel film in programmazione anche ad Alcamo, “L’ora legale” di Ficarra e Picone. “La collina del disonore” si trova a monte della linea ferrata di fronte al lungomare della cosiddetta Tonnara. Febbraio 2009 un violento temporale provocò una grande frana con terriccio e altro venuto giù da un costone che dopo otto anni ancora non si sa chi deve metterlo in sicurezza. La pioggia di questi giorni ha provocato un altro smottamento nel lato ovest. Ha provocato ulteriori preoccupazioni nei proprietari di villette, costruite con regolare concessione edilizia, che si trovano a valle e che da allora hanno avuto inibita la fruibilità. Niente dunque vacanze estive, ma solo decine di migliaia di euro di spese tra perizie, avvocati, etc. Il danno che continua col la beffa di vedere chi più in su può godersi la villeggiatura e magari sciacquarsi e quindi rinfrescarsi in qualche piscina. Ieri in quel tratto de L”collina del disonore” sono intervenuti in massa vigili del fuoco, tecnici comunali, polizia urbana e alcuni dei periti, nominati da coloro i quali attendono giustizia. E pare che a grandi passi si avvicini il giorno in cui il giudice emetterà la sentenza fissata per il prossimo 31 gennaio. Dal 2009 si sono succedute udienza, sopralluoghi, perizie, interrogatori e testimonianze. Ma fino ad oggi manca forse la perizia più importante ovvero quella che deve stabilire come intervenire per mettere in sicurezza il costone de “La collina del disonore”. Gli avvocati delle parti lese avevano chiesto al giudice la nomina di un perito ad hoc. Il giudice del tribunale di Trapani ha manifestato la disponibilità ma le spese avrebbero dovuto ancora sobbarcarsele le persone che hanno le case in regola e che sono parte lesa. Ventimila euro a testa la somma prevista per pagare i periti, che avrebbe dovuto nominare il giudice per definire a chi spetta la messa in sicurezza. I proprietari, ribadiamo della case in regola che sono a valle, a questo punto hanno chiesto, l’emanazione della sentenza per ottenere almeno il risarcimento dei danni. I proprietari sono assistiti dai tecnici nella qualità di periti: ingegneri Gino Pitò e Vincenzo Calamia e dal geometra Popò Calvaruso. Il risarcimento chiesto dai proprietari delle villette supera di poco le cento mila euro. Per la vicenda delicatissima della messa in sicurezza del costone poi si vedrà. La cronaca di una tragedia sfiorata, conseguenza del sacco edilizio perpetrato in uno dei più suggestivi angoli del golfo di Castellammare, risale al febbraio del 2009 quando una frana interessò un tratto della collina, di fronte alla passeggiata della Tonnara. Uno spettacolo desolante si presentò ai vigili del fuoco e alla Protezione civile. E per fortuna l’acqua contenuta in una piscina abusiva, proprio sulla collina, non si scaraventò come uno tsunami verso la statale con tutte le conseguenze del caso. Il collegio difensivo delle parti civili è composto dagli avvocati Cacciapalle, Paglino e Salato. E per la sicurezza del costone danneggiato, che ancora è visibile, cosa si prevede?