Alcamo Marina-Nomina di un nuovo perito per la frana del 2009

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L’ennesima tappa di una vicenda giudiziaria in sede civile ancora lontana dalla sua conclusione è stata fissata per il 26 ottobre prossimo. Il giudice dovrà nominare un altro perito per la frana lungo quella che è stata chiamata “la collina del disonore”, ben visibile a coloro che transitano sulla statale 187 che taglia in due Alcamo Marina. La cronaca di una tragedia sfiorata, conseguenza del sacco edilizio perpetrato in uno dei più suggestivi angoli del golfo di Castellammare, risale al febbraio del 2009 quando una frana interessò un tratto della collina, quasi di fronte all’ex fermata del treno. Nel febbraio del 2009 un grande smottamento di terreno, provocato da un nubifragio, si abbatte dalla collina a valle. Uno spettacolo desolante si presentò ai vigili del fuoco e alla protezione civile. E per fortuna l’acqua contenuta in una piscina abusiva, proprio sulla collina, non si scaraventò come uno tsunami verso la statale. I pompieri con grande difficoltà riuscirono a svuotarla. I danni sono sotto gli occhi di tutti. Chi aveva la casa di villeggiatura a monte è tornato a trascorrere l’estate ad Alcamo Marina. Chi possiede la casa a valle, realizzata con regolare licenza edilizia, che ha subito danni, da sette anni deve tenerla chiusa. Addio dunque alle vacanze estive. Con la beffa inoltre di tantissime spese, tra avvocati, periti, sopralluogo etc. senza avere la certezza di quando potrà avere giustizia. Il nuovo perito sarà nominato dal giudice in sostituzione di uno dimissionario. Il perito dovrà stabilire cosa è necessario per sistemare il costone franato e i costi dell’operazione. Un esame complesso che richiederà ulteriore tempo con beffa per i proprietari dei villini a valle,  in regola con le concessioni edilizie, che subirono danni.  Già per la frana due coniugi con abitazione in collina sono stati condannati in primo grado in sede penale. Il collegio difensivo delle parti civili è composto dagli avvocati Cacciapalle, Paglino e Salato. Nel Prg erano suggeriti interventi di risanamento in tale zona entro due anni a partire dal 1999. Secondo i difensori delle parti civili il risanamento potrebbe farlo il Comune e poi rivalersi nei confronti dei presunti responsabili dei danni. La frana è stato un grosso campanello d’allarme, suonato a vuoto, in una località dove negli ultimi 40 anni sono sorte migliaia di case abusive, realizzate anche accanto a fiumi e torrenti e sul letto degli stessi. Scomparsi torrenti come uno che si chiamava Alcamo Marina in una località dove sono state calpestate le regole e mortificata la Natura, stuprata da migliaia di colate di cemento abusivo. L’assalto ad Alcamo Marina iniziò alla fine degli anni ’50. La casa di villeggiatura, soprattutto se a valle della linea ferrata, rappresentava una sorta di status symbol. Solo un migliaio di persone hanno ottenuto la sanatoria grazie alla prima legge emanata nel 1984. Le leggi successive molto più restrittive non hanno consentito di approvare altre istanze. Oggi però migliaia di proprietari si trovano in una condizione particolare. Hanno pagato oblazione e Bucalossi: ma le abitazioni non possono ottenere la concessione edilizia e nemmeno essere demolite. Il risanamento appare difficile e complesso così come la costruzione delle opere di urbanizzazione per l’intersecarsi di stradelle e case realizzate su ogni fazzoletto di terra. In molti punti sono stati ridotti anche  gli argini di fiumi e torrenti che esondano nel caso di violente piogge. E intanto centinaia di proprietari di ville aspettano una leggina dalla Regione per mettersi definitivamente in regola e dicono in coro “Ma quali ruspe, noi paghiamo Imu e Tasi, dalle Istituzioni solo tanta ipocrisia”.