Alcamo Marina-Motel Beach, quali interventi per risanare l’area?

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Il biglietto da visita di Alcamo Marina per i turisti che provengono dal lato est è un rudere cadente, recintato con fili ormai arrugginiti, e invaso da erbacce e altro materiale. Quel rudere è stato all’inizio degli anni ’60 il simbolo della  ”Bella Epoque” per tantissimi cittadini dell’Alcamo bene. Parliamo del Motel Beach per il quale il Comune, su sollecitazione dell’Asl, alcuni anni, fa ha emanato l’ennesima  ordinanza con la quale si chiedeva ai proprietari di mettere in sicurezza sia dal punto di vista igienico che strutturale ciò che rimane dell’albergo di contrada Canalotto. Nessun intervento fino ad oggi per lo scheletro di cemento con pilastri cadenti. Ma vediamo cosa ha rappresentato il Motel Beach. Inaugurato nel 1962 «disponeva di 18 camere con 36 posti letto. Ristorante, bar, dancing, due piscine, spiaggia propria con 32 cabine e 60 ombrelloni. E un vasto piazzale per posteggio macchine» come scrive nel suo libro «Alcamo Marina, ieri e oggi», lo storico Roberto Calia. Esempio di lungimiranza di quella che poteva essere la località di Alcamo Marina, vocata al turismo. Ma poi stuprata da migliaia di colate di cemento abusivo. Eppure agli inizi degli anni ’60 c’erano tutti i presupposti per fare dei sette chilometri di spiaggia dorata e finissima. Delle sue colline ondulate e ricche di vegetazione, una località balneare alla moda. Non se ne fece niente così come di quel Piano regolatore che approvò il Consiglio, su proposta dell’allora sindaco Ludovico Corrao, personaggio di vasta cultura e caratura internazionale, al quale fino ad oggi la città di Alcamo non ha saputo dedicare qualcosa di importante con mozione bocciata dai consiglieri grillini su richiesta di Abc “perché non sono trascorsi dieci anni dalla morte”. Cosa che si può facilmente superare quando si tratta di grandissime personalità.  Erano gli anni in cui Paul Anka, i Brutos, Giorgio Gaber erano tra i più gettonati nei jukebox. Erano gli anni un cui la società bene di Alcamo aveva eletto il Motel Beach quale punto di riferimento e non solo d’estate, per veglioni, riunioni, cerimonie di vario genere. Erano gli anni un cui una famiglia: quella dei Rimi era tra le più quotate della dalla mafia e non solo di quella siciliana. Sembrerà un paradosso, ma la storia è questa. Il primo investimento. La prima intuizione che  con il turismo si potevano fare quattrini venne alla mafia. E cioè alla famiglia Rimi che del Motel Beach è stata la proprietaria. Esponenti politici, noti professionisti, dirigenti del Comune parteciparono all’inaugurazione del Motel. Che divenne il luogo di divertimento. Di incontri. E si favoleggia anche di summit mafiosi presieduti da Vincenzo Rimi e dal figlio Filippo, entrambi rari esempi di boss deceduti nel loro letto. Mentre l’altro figlio Natale lasciò precipitosamente Alcamo, per rifugiarsi in Spagna, all’inizio della guerra di mafia degli anni ’80, quando il regno dei Rimi venne distrutto da un boss emergente: Vincenzo Milazzo. Appena inaugurato il Motel Beach divenne il locale “à la page”, entrato in concorrenza con l’Hotel la «Battigia» che aprì i battenti nel maggio del 1965.  Il Motel Beach operò meno di dieci anni. Poi venne chiuso su proposta della questura perché realizzato con fondi di provenienza mafiosa. E successivamente sequestrato. Da qui inizia il declino. Da oltre 40 anni versa in abbandono. Anche perché alle varie aste giudiziarie per vendere quell’immobile che faceva parte di una dotazione fallimentare non si presentò mai nessuno. Per paura dei Rimi si disse. Ma i difensori ribatterono “che non era per paura ma perché quell’albergo andava completamente rifatto e occorrevano decine di milioni”. Passare davanti al Motel Beach a molte persone fa ricordare un’Alcamo opulenta e godereccia che ballava e ascoltava  le canzoni dei Brutos, Paul Anka e Giorgio Gaber, tanto per citare alcuni degli artisti che venivano ad esibirsi ad Alcamo Marina, così come un  complesso, che andava allora per la maggiore, che è stato quello degli “Angeli” di Trapani”. E mentre lo scheletro del Motel Beach va sempre più crollando gli alcamesi si chiedono chi deve intervenire e come potrà essere utilizzata l’area sgombra da tali ruderi. E intanto questo brutto biglietto da visita continua a presentarsi al turista.