Il CGA, l’organo supremo di giustizia amministrativa, con una sentenza emessa due giorni fa, ha posto fine alla vicenda della stradella di Alcamo Marina posta su area demaniale in prossimità dell’ex Casello Ferroviario. Il Consiglio ha accolto l’appello presentato dal proprietario della “stradella della discordia”, l’architetto Silvio Piccolo, marito del dirigente comunale, l’ingegnere Anna Parrino, respingendo al contempo l’appello incidentale presentato dal Comune di Alcamo. I giudici hanno accertato, anche in sede amministrativa, che Silvio Piccolo non ha realizzato una nuova stradella ma che la stessa fosse già esistente almeno dal 1968. Gli accertamenti erano stati effettuati, sia in sede civile che in ambito di indagini preliminari, da un consulente tecnico nominato dai Giudici, attraverso foto aeree, esami stratigrafici, rilievi topografici, prove di carico, esecuzione di scavi finalizzati ad accertare la presenza di una antica fondazione stradale. La casa, una delle più antiche di Alcamo Marina, era servita da una strada già nel 1932, ma con un percorso diverso dall’attuale, quando era sede della Dogana contro la lotta al contrabbando. Il tracciato attuale si sarebbe invece realizzato tra il 1955 e il 1968, quindi è da almeno 50 anni. Nella sentenza del CGA diramata martedì scorso si legge che “gli accertamenti…diano piena prova della preesistenza della stradella … e che fosse adibita tanto al transito pedonale che al transito dei veicoli…“. L’organo supremo di giustizia amministrativa ha dato quindi dato torto al Comune di Alcamo che sosteneva la non preesistenza della stradina. Il municipio, però, aveva contestato all’architetto Piccolo anche la presunta necessità di ottenere un titolo abilitativo per l’esecuzione dei lavori di ripristino della stradella preesistente. Anche in questo caso la sentenza non da ragione al Comune affermando che : ” Si tratta di un’opera che rientra nel novero delle opere di manutenzione ordinaria regolate dall’art. 6 della legge regionale 37 dell’85”. Il proprietario ha quindi agito correttamente non richiedendo alcuna autorizzazione agli uffici comunali. Il collegio giudicante ha infine sottolineato che le opere eseguite hanno comunque ottenuto i pareri favorevoli della Soprintendenza, del Genio Civile, della Capitaneria di Porto e del Demanio Marittimo. Il Demanio, inoltre, ha anche chiesto la collocazione della sbarra in legno, altro punto contestato dall’ordinanza del Comune di Alcamo. Quest’ultimo è stato quindi condannato al pagamento delle spese del doppio grado di giudizio, quello del CGA e quello dinanzi al TAR. La stradella in questione rappresenta uno dei pochissimi casi, forse l’unico, regolarizzato con l’ottenimento di una Concessione Demaniale Marittima soggetta a un consistente pagamento del canone annuale a carico del fruitore. Alla luce di questa vicenda gli uffici comunali hanno individuato e segnalato altre aree demaniali ad Alcamo Marina, adibite a stradelle e parcheggi, sulle quali accedono i veicoli dei privati senza alcuna Concessione Demaniale.