Alcamo-Mafia, sindaco Surdi avvicinato: “Rifiutai e denunciai”

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Uno dei 6 arrestati nell’ambito dell’operazione antimafia “Freezer” dei giorni scorsi ha tentato di avvicinare l’attuale sindaco di Alcamo del Movimento 5 Stelle Domenico Surdi (nella foto a destra). Un retroscena che emerge in queste ore e viene svelato dal quotidiano “La Repubblica”. Ma si tratta comunque solo di un tentativo di avvicinamento perchè il sindaco non solo ha declinato l’invito “molto brusco” a dialogare ma ha persino raccontato l’episodio alla polizia. Ad avere un approccio tutt’altro che simpatico è stato Salvatore Giacalone (a sinistra), 62 anni, ritenuto apparente alla famiglia mafiosa di Alcamo e oltretutto arrestato anche con l’accusa di estorsione, in concorso e con l’aggravante del metodo mafioso, ai danni di alcuni imprenditori edili di Alcamo, per averli costretti a “mettersi a posto” pagando somme di denaro alla famiglia mafiosa retta da Ignazio Melodia. Dal retroscena di questo incontro-scontro tra Surdi e Giacalone pare che quest’ultimo, nell’agosto scorso quindi a due mesi dall’elezione dell’esponente penstastellato, nel centralissimo corso VI Aprile abbia incontrato casualmente il neo primo cittadino e senza tanti giri di parole gli chiese di “assettarsi 5 minuti” perchè gli doveva riferire di un problema che lo affliggeva. Al quotidiano “La Repubblica” Surdi dice di ricordarsi quel momento: “Era una normale lamentela da parte di quella che per me, in quell’istante, era un cittadino come tanti – afferma il primo cittadino -. Si trattava di un problema di rottura della rete idrica di Alcamo Marina. Nessuna ‘pressione’ particolare, ma quel modo ‘brusco’ di chiamarmi mi lasciò comunque stizzito e così rifiutai l’invito. Dopo qualche giorno ho appreso chi fosse la persona che aveva tentato di avvicinarmi e ovviamente ho riferito il tutto alla polizia ma, ripeto, non posso dire si trattasse di una pressione nei miei confronti”. Quindi un episodio di secondaria importanza e non sicuramente dello spessore rispetto a quanto accaduto al suo predecessore Sebastiano Bonventre che fu proprio minacciato non certo velatamente dallo stesso Giacalone. Nel 2012 l’affiliato del boss Melodia avvicinò l’appena eletto Bonventre per fare delle vere e proprie pressioni. Giacalone fece intendere al sindaco che la sua posizione lo esponeva a dei rischi e che “loro”, quindi lui e il mandamento alcamese, erano pronti a intervenire “a sua difesa”. L’ex primo cittadino andò a denunciare subito e si rese prezioso per avvalorare il quadro investigativo che oggi è emerso. Ad esprimere un plauso per come Surdi ha reagito davanti agli atteggiamenti di Giacalone gli esponenti del Partito Democratico.