Alcamo-L’indennità del sindaco e la tempesta imperfetta

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La tempesta imperfetta si è scatenata sul web, quella sorta di bar dello Sport, dove seduti in poltrona si può dire di tutto e di più. A scatenare la tempesta imperfetta la determina nella quale sono specificate le indennità mensili del sindaco di Alcamo Domenico Surdi e della sua squadra assessoriale tutti del Movimento 5 stelle, che alle ultime amministrative hanno vinto le elezioni. Di commenti chi più ne ha ne spara tanto che il primo cittadino ha detto che verranno ridotte. Ma mi chiedo chi ricopre una carica non è forse giusto che venga remunerato per il suo lavoro? Certo fanno scandalo gli stipendi di deputati nazionali, regionali e senatori, ma non quelli di un sindaco di una grande città come Alcamo. Che ha grandi responsabilità. Che h 24, ovvero a tempo pieno, è impegnato. Non va certo a timbrare un cartellino e dopo 7 ore “chi si è visto si è visto”. Che toglie tempo alla sua famiglia. Che rischia la denuncia di abuso d’ufficio anche se sbaglia, in perfetta buona fede, una firma su un certificato. E giusto che per una carica gravosa e per l’impegno lavorativo-amministrativo quotidiano ritirare uno stipendio decoroso che al netto sfiora i 2 mila e 400 euro al mese, (lordi 3 mila e 600 euro), non è certo motivo di scandalo. Domenico Surdi, 32 anni, avvocato in carriera, è costretto a tralasciare la professione forense per quella di sindaco. E’ giusto ribadiamo che venga remunerato. L’indennità viene percepita per intero, sempre al netto, quando ci si dedica fare il sindaco a tempo pieno, come è il caso di Surdi. Quando un primo cittadino lo fa part time, come è accaduto nel recentissimo passato, e agganciando l’indennità alla dichiarazione dei redditi, si possono intascare 900 euro al mese, senza, però, col senno del poi gridare alla meraviglia per quanto Surdi si porta a casa. E poi diciamolo francamente Alcamo ha bisogno di un sindaco a tempo pieno. Stessa situazione, a seconda della propria posizione lavorativa, sempre che uno un lavoro lo abbia, succede per gli assessori che mediamente intascheranno da mille a mille e 200 euro netti al mese. Francamente appare eccessiva la somma di mille e 634 euro lordi per il presidente del consiglio comunale. Ma queste sono le leggi e poi ognuno è libero di ridursi o rinunciare all’indennità mensile. Per quanto riguarda i gettoni dei consiglieri comunali vengono percepiti per intero, 50 euro lordi, qualora non abbiano un lavoro. Il gettone si riduce a secondo il reddito dichiarato. C’è chi ha rinunciato, nel recente passato al gettone e, tranne qualche rara eccezione, non per fare un favore agli alcamesi ma per evitare di pagare più tasse. Per esempio è accaduto che un ex consigliere comunale all’inizio dell’anno rinunciò totalmente al gettone perché, avendo superato il reddito di 100 euro, l’Inps gli ha notificato due cartelle. Deve rimborsare 5 mila euro per il 2014 e sei mila euro per il 2015. La rinuncia è stata spesso presentata come un atto di rispetto verso gli alcamesi mentre in verità si tendeva solo a salvaguardare le proprie tasche. Quindi se il sindaco Surdi percepisce un’indennità dignitosa ben venga. Se poi superata la fase del rodaggio Surdi saprà, con la sua squadra, rilanciare la città di Alcamo, i soldi incassati, (ovvero lo stipendio medio mensile di un professionista), saranno stati spesi bene. Giuseppe Maniscalchi