Licenziamento regolare e dovuto. Il tribunale del lavoro di Trapani dà ragione al Comune di Alcamo nel recente caso che ha visto una dipendente cacciata dalla casa comunale per un’infinità di assenze dal proprio ufficio mai giustificate. Provvedimento che scattò nel marzo scorso a ma cui la lavoratrice si è opposta presentando un ricorso per l’appunto al tribunale del lavoro. Provvedimento che è stato ritenuto legittimo dal giudice che dunque ha “consacrato” per la prima volta ad Alcamo l’applicazione della famosa legge Brunetta. Per l’oramai ex dipendente non solo al conferma del licenziamento ma è stata anche condannata risarcire il Comune delle spese legali per un ammontare di 1.600 euro. A decretare il licenziamento fu il segretario generale del Comune, Vito Bonanno, che si è reso conto di come una dipendente avesse “collezionato” una serie di assenze ingiustificate dal proprio posto di lavoro. Davvero tante senza avere mai presentato alcuna certificazione medica o di qualsiasi altro tipo. La donna lavorava all’interno del Settore dei Lavori pubblici ed è stata licenziata in tronco. Ascoltata in audizione dallo stesso segretario Bonanno, in presenza del suo avvocato, la donna ha presentato una certificazione medica delle varie assenze fatte nell’arco del 2016 che in realtà non aveva mai portato al proprio dirigente in tempo reale. In pratica si era in presenza di certificazione postuma, dunque non più valida ai fini giustificativi. A questo punto il segretario generale non ha potuto far altro che procedere al licenziamento sulla base della norma introdotta nel 2013 dall’allora ministro Brunetta. In questo caso particolare il licenziamento è scattato per “assenza priva di valida giustificazione per un numero di giorni, anche non continuativi, superiori a 3 nell’arco del biennio, o comunque per più di 7 giorni nel corso degli ultimi dieci anni, ovvero mancata ripresa del servizio, in caso di assenza ingiustificata, entro il termine fissato dall’amministrazione”. Tali ipotesi di licenziamento disciplinare in realtà era già prevista dai contratti collettivi dei vari comparti. Ci si accorse della posizione anomale della dipendente a fine anno, quando nel registro presenze vi erano molte anomalie, addirittura alcune caselle bianche e quindi di fatto assenze ma senza alcuna produzione giustificativa. L’oramai ex lavoratrice del municipio si sarebbe giustificata sostenendo che era prassi consolidata avvisare la mattina in ufficio della propria assenza ai colleghi e non alla dirigente, come invece sarebbe stato necessario attestare. Che il Comune di Alcamo faccia sul serio anche con l’attuale amministrazione targata Movimento 5 Stelle lo si evince dalle recenti sospensioni che sono state applicate, sempre in materia disciplinare a diversi contrattisti.