Alcamo, lenta e costante l’invasione dei cinesi

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«La Cina è vicina» è il titolo di un film del 1967 diretto da Marco Bellocchio, che evocava i timori della invasione lenta e costante dei cinesi non solo in Italia ma in tutte le parti del mondo. Da un trentennio a questa parte a poco a poco ci siamo abituati a vedere nelle nostre città, e persino nei più piccoli paesi, la trasformazione o la sostituzione di esercizi commerciali in locali venduti a famiglie cinesi. La nascita di ristoranti e di bar ma soprattutto di mega store. La Cina ormai è nelle nostre comunità è già tanti bimbi con gli occhi a mandorla a scuola imparano velocemente la lingua nazionale.

Sono bimbi di famiglie ben educate che vivono anche ad Alcamo con la massima discrezione. Se di bimbi che vanno a scuola ce ne sono già alcuni, resta un mistero come si organizzano quando muore qualcuno. Non si hanno notizie in tal senso. Ad Alcamo da anni fioriscono mega store, l’ultimo in contrada San Gaetano e poi per citarne qualche altro nelle contrade Gammara, nel viale Italia, nella via Madonna del Riposo. Nella stessa strada anche un ristorante sempre affollatissimo prima della pandemia. Le prime insegne del dragone in Italia sono comparse con l’apertura di ristoranti.

La moda: gli involtini primavera. Poi nell’ultimo quarto di secolo l’apertura di grandi megastore e il pagamento di altissimi canoni di locazione. Eppure in apparenza non sembra avere problemi. Ma poi si scopre, come è accaduto ieri ad Alcamo, di evasioni fiscali milionarie. Di migliaia di uro in contanti scoperte in casa dalla Guardia di Finanza. Soldi in procinto di prendere il volo per la Cina. E poi i grandi danni della contraffazione ai marchi industriali italiani.

Molti operatori sono andati a far lavorare i loro manufatti ai nativi del Sol Levante, rivendendoli qui con etichetta Made in Italy, e più di qualche centinaio di aziende italiane sono state vendute ai Cinesi come migliori offerenti. Ma le griffe più famose hanno intrapreso la via del ritorno in Italia perché i nuovi ricchi cinesi comprano se la manifattura è di artigiani italiani. Il governo Conte aveva avviato il Progetto della “Via della Seta tante le perplessità per il controllo cinese delle merci.

L’ impero cinese oggi ha messo le mani ovunque. E una ipotesi è quella che prima l’invasione cinese è iniziata con l’acquisizione di negozi, favorita dal governo per mettere le mani con la loro presenza sull’economia e altro. In pratica prosegue un accerchiamento geopolitico e un super continente dominato dagli interessi cinesi. Giuseppe Maniscalchi