Alcamo La grande fuga degli impiegati dal Comune

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La grande fuga si concluderà il prossimo 31 dicembre.  E saranno ben 25 tra funzionari, dipendenti e operai del Comune di Alcamo che nell’anno in corso andranno in pensione. Negli ultimi nove anni sono stati ben 144 gli impiegati, a tempo indeterminato, che hanno lasciato il Comune. Ma negli ultimi tempi c’è stata una vera e propria accelerazione anche da parte di chi poteva rimanere ancora qualche anno e potere incassare un pensione con qualche cento euro in più. Oggi sono in servizio al Comune 180 dipendenti a tempo indeterminato e negli anni si è anche leggermente assottigliata la truppa dei precari che ha fatto registrare alla città di Alcamo un vero record nazionale.

Alcamo è stata definita “la città dei precari” per l’alto numero presente al Comune rispetto agli abitanti. Qualche anno fa i dipendenti erano 280. I precari 696 per un totale di 976 unità che affollavano uffici e anche corridoi per trovare lo spazio dove trascorrere le ore d’ufficio. Oggi al Comune di Alcamo sono in servizio 180 dipendenti a tempo indeterminato, 393 contrattisti e 171 Asu, per un totale di 644 unità. Nel bilancio la spesa maggiore rimane sempre quella del pagamento dei dipendenti. Negli anni non è stato possibile bandire concorsi bloccati dalla varie leggi finanziarie e solo da nove mesi l’amministrazione comunale ha avviato le procedure per coprire qualche vuoto in organico. Di recente è stato bandito il concorso per assumere un dirigente contabile. Il primo dicembre del 2017 sono entrati in servizio Venerando Russo di Giarre dirigente dell’Urbanistica e l’avvocato Valeria Apollonio di Belmonte Menzagno. Ha vinto il concorso di comandate della polizia municipale Giuseppe Fazio, che per circa 20 anni ha presieduto lo stesso settore con l’incarico di vice.

Negli uffici comunali i dipendenti vivono uno stato di disagio legato pare ai difficili rapporti con l’amministrazione. La giunta in carica (delibera 277 del 27-9 2017) ha approvato il codice di comportamento integrativo. Il codice di comportamento nei Comuni italiani è stabilito dal decreto del presidente della Repubblica del 16 aprile 2013 n.62, che ha recepito l’articolo 54 del decreto legislativo del 30 marzo 2001. Negli uffici comunali tra i dipendenti si respira aria di disagio. I rapporti con i nuovi signori del Palazzo non sarebbero idilliaci eppure nei vari settori ci sono tante professionalità e competenze di impiegati che si impegnano per fare il loro dovere quotidiano. E’ chiaro che vanno debellati atteggiamenti e situazioni che ledono l’efficienza dell’Ente pubblico.  Di recente la giunta ha sospeso per due giorni un’impiegata amministrativa del settore sport che si è allontanata dal lavoro senza timbrare il cartellino.

Sulla vicenda è intervenuto Il segretario generale della Uil Fpl Trapani Giorgio Macaddino con una lettera inviata sl sindaco Domenico Surdi. “Si ritiene opportuno puntualizzare – afferma Macaddino – in merito alla notizia diffusa dal sindaco di Alcamo, che non bisogna generalizzare il comportamento di pochi nei riguardi di una platea di lavoratori che giornalmente presta il proprio servizio con serietà, competenza, abnegazione. “Bisogna sottolineare – sostiene Magaddino – accanto alle notizie negative riguardanti rari casi, quella stragrande maggioranza di dipendenti comunali che presta il loro servizio in maniera impeccabile. Ci sono lavoratori che hanno carichi di lavoro doppi rispetto alle ore che fanno.  e si oppone al “clima da “caccia alle streghe” che si è venuto a creare con l’Amministrazione”. Il segretario della Uil Fpl si sofferma poi, nella sua lettera al sindaco Surdi, sul piano di stabilizzazione che il Comune di Alcamo sta iniziando a vagliare” chiedendo “di evitare macelleria sociale”.