Alcamo: La chiusura dei pozzi e le indagini sulla “polveriera” acqua

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Se al Comune ritengono che gli alcamesi si siano bevute le motivazioni  ufficiali per il mancato rinnovo all’uso di quattro pozzi privati, probabilmente è stata sottovalutata l’intelligenza delle persone. “Abbiamo tanta acqua – hanno detto – che possiamo fare a meno dei pozzi”. Francamente una dichiarazione che stona con i drammi quotidiani di centinaia di alcamesi, costretti ad acquistare acqua dai privati. Che il Comune intenda fare cassa con la vendita di acqua? Appare poco probabile anche se in tempi di vacche magre aiuta pure qualche spicciolo. Cosa c’è dunque dietro la marcia indietro del Comune dove i nuovi amministratori si sono trovati tra le mani questa patata bollente, ereditata grazie ad una relazione dell’ex commissario comunale ? Forse  la chiusura dei pozzi  ha qualche collegamento con le inchieste in corso sull’ Ufficio  acquedotto e che quindi per prudenza non sono state reiterate le autorizzazioni? Si tratta solo di interrogativi perché poco o niente filtra dalle maglie delle investigazioni. Ma alcuni punti fermi esistono. Vediamoli. La precedente amministrazione due anni e mezzo fa presentò una denuncia ai carabinieri ventilando presunte o probabili manomissioni alla conduttura di Cannizzaro. Venendo meno questa portata è facile immaginare cosa accadeva per rifornirsi, tanto che i turni arrivarono sino a 12-15 giorni. Ci sarebbe anche un’indagine sugli affidamenti per le riparazioni della suddetta conduttura. Così come sono state segnalate all’Autorità anticorruzione di Roma presunte anomalie nella gestione del servizio idrico. Dunque c’è tanta carne al fuoco e tanto altro. Per esempio lo scambio epistolare tra l’ingegnere capo del Comune e l’ex responsabile dell’Acquedotto, che è stato poi trasferito all’Ufficio per le sanatorie degli abusi edilizi. Insomma tale settore sembra una polveriera con miccia innescata. Ora l’ultimo provvedimento: no al rinnovo dell’uso di pozzi privati che vendono oro bianco e fanno intascare euro ai proprietari e di riflesso ai titolari di autobotti d’acqua per usi domestici. Anche su questo fronte sarebbe stata accesa particolare attenzione. In questo contesto a farne le spese sono gli alcamesi che hanno visto aumentare anche del 50 per cento il costo per riempire vasche e cisterne con le autobotti. Altro aspetto. Il Comune da oltre due anni e mezzo acquista l’acqua a 0,69 centesimi più Iva da Siciliacque. C’è stato un aggravio di spese per il Comune di oltre un milione di euro che si rifletteranno con aumenti nelle prossime bollette. Allo stato attuale c’è meno fabbisogno, la portata complessiva oggi è di 75 litri al secondo, essendo molte persone in villeggiatura. L’attuale portata di Siciliacque può bastare anche per il futuro? Al rientro in città e con l’apertura di scuole e altro è probabile che il Comune sarà costretto chiedere  a tale azienda di aumentare la portata da Montescuro, dove il contatore gira sempre anche quando l’acqua si perde in mille rivoli a causa di tantissime rotture. Probabili ulteriori aumenti delle spese che si rifletteranno su tutti gli alcamesi.