Alcamo-Indagine sull’ex senatore Papania, spunta anche un maresciallo dei carabinieri

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Emergono fatti inquietanti in merito all’indagine sull’ex senatore alcamese Nino Papania relativa ai documenti trovati in una delle cooperative che sarebbero state controllate dallo stesso già parlamentare. C’è il sospetto che Papania infatti possa avere avuto un filo diretto con uno dei vertici della Compagnia dei carabinieri di Alcamo, il maresciallo Roberto Sabato. Entrambi, secondo quanto oggi riporta “Il Fatto quotidiano”, sarebbero accusati di accesso abusivo a sistema informatico, di rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio. La ricostruzione fatta dal noto giornale è a dir poco agghiacciante: pare infatti che Papania raccogliesse informazioni sulle denunce presentate nei suoi confronti e sulle persone che, in un modo o in un altro, indagavano nei suoi confronti. Resta da capire a che titolo l’ex esponente di Palazzo Madama avesse questi documenti e chi glieli fornisse. Secondo la Procura di Caltanissetta, che ha aperto un’indagine in merito, emergerebbe l’intercessione per l’appunto del maresciallo Sabato, storico sottoufficiale della caserma dei carabinieri alcamese, il quale si ipotizza abbia potuto passare informazioni e carte. Questo troncone d’indagine nasce a sua volta da un altro filone, quello sul voto di scambio alle elezioni del 2012 per cui Papania è stato condannato a 8 mesi con l’accusa di avere fatto regalie e favori in cambio di voti. In quest’ambito sfocia la perquisizione della guardia di finanza nella sede di una cooperativa di fatto nella disponibilità di Papania. Qui viene fuori la sorpresa: le fiamme gialle si sarebbero ritrovate fra le mani documentazioni di verbali dei suoi accusatori, elenco di persone intercettate in inchieste antimafia, annotazioni della polizia giudiziaria ed esposti inviati in Procura tutti ai danni, direttamente o indirettamente, dello stesso Papania. A spiccare anche informazioni sulla vita privata degli investigatori che davano la caccia ai boss di Cosa nostra e le notizie sui parenti del magistrato che indagava su di lui, Rossana Penna. Per gli inquirenti, sempre secondo quanto riporta “Il Fatto quotidiano”, sono stati raccolti grazie alla complicità del maresciallo capo Roberto Sabato, in servizio fino a poco tempo fa proprio alla caserma di Alcamo prima del suo trasferimento in altra sede. Addirittura il pm incaricato di questa indagine sostiene che Sabato “abusivamente si introduceva nel sistema informatico d’indagine in dotazione alle forze di polizia, accedendo ai documenti riservati e coperti da segreto”. Sarebbero state trovate informazioni private sul tenente della Compagnia di Alcamo, Michele Raimondo Gammone, ed ancora sul marito della pm Penna, persino i nominativi e le utenze telefoniche intercettate durante l’inchiesta “Cemento libero” che nel 2008 aveva portato all’arresto di alcuni boss locali. Pare che Sabato non avesse alcun titolo nell’avere questa documentazione perché non titolare di indagine. Cosa però categoricamente smentita dal suo legale, l’avvocato Baldassare Lauria: “Il maresciallo Sabato è un uomo dello Stato modello – afferma – e diciamo con certezza che ogni atto contestato in realtà è frutto di ordini superiori, quindi la documentazione in possesso del maresciallo era legate alle indagini di cui era titolare. Tutto è documentabile”.