Alcamo, in arresto il “patriarca” Diego Melodia

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Nel pomeriggio di ieri è stato arrestato dai Carabinieri di Alcamo Diego Melodia classe 1935, detto anche o “consa seggie” uno dei capostipiti dell’omonima famiglia mafiosa alcamese, ritenuto al vertice del mandamento tra gli anni 2006 e 2008 prima del suo arresto. È stato condannato a scontare definitivamente una pena di 17 anni e 3 mesi: il provvedimento di carcerazione è stato eseguito su ordine della Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Palermo – Ufficio Esecuzioni Penali a seguito del rigetto del ricorso in Cassazione. La pena inflitta a Melodia, trae origine dall’indagine “Cemento Libero” che gli investigatori dell’Arma di Alcamo condussero di concerto con la Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo proprio in quegli anni in cui l’uomo aveva assunto un ruolo di vertice nella cupola mafiosa alcamese; indagine che portò all’emissione di undici misure cautelari, oltre a 10 avvisi di garanzia ed al sequestro di un impianto di produzione di calcestruzzo, la «Medi Cementi s.r.l.» del valore 1 milione di euro. I Carabinieri avevano appreso che, attraverso le modalità operative tipiche di Cosa Nostra, i membri della famiglia Melodia e soggetti affiliati, imponevano sistematicamente il pizzo ad imprese, commercianti, portando la Medi Cementi S.r.l. riconducibile alla stessa famiglia Melodia proprietaria di un impianto di produzione di calcestruzzi in C.da Furchi, a raggiungere ben presto una posizione di assoluto monopolio del mercato di riferimento. Dai controlli degli investigatori emerse che il clan alcamese, sebbene avesse perso importanti elementi – finiti in carcere – si era tuttavia rinvigorito, servendosi, per portare avanti gli interessi della famiglia, di un’ampia cerchia di soggetti fino a quel momento non sottoposti a misure restrittive, dunque insospettabili e in grado di muoversi liberamente sul territorio. Diego Melodia ha da sempre rivestito un ruolo di spicco all’interno di Cosa Nostra alcamese, incaricato dal sodalizio di occuparsi negli anni ’90, della individuazione e selezione delle vittime delle estorsioni, padre dell’altrettanto noto Ignazio 47 anni, anch’egli definitivamente condannato per partecipazione all’associazione mafiosa e nonostante la giovane età, tratto ripetutamente in arresto ed a lungo detenuto. Il fratello di Diego, Nicolò – noto come “Cola” – 90 anni, è padre di Antonino 55 anni, reggente del mandamento alcamese per alcuni anni fino al 95, e da allora in carcere per scontare condanne a pesanti pene detentive e di Ignazio 59 anni, detto “il dottore” per la professione medica svolta, e successore di Antonino, anch’egli riconosciuto uomo d’onore e condannato ad altrettanto pesanti pene detentive per associazione mafiosa ed estorsione, attualmente sottoposto alla Sorveglianza Speciale di P.S. con obbligo di Soggiorno nel Comune di Alcamo. Nel corso dell’indagine “Cemento Libero” oltre ai due autorevoli membri della famiglia Melodia, Diego ed Ignazio, era poi emersa la figura di Liborio Pirrone, alias “Popò”. Imprenditore già gravato da precedenti penali, risultato coinvolto in ambigui rapporti con l’associazione mafiosa e ciò fondamentalmente in ragione dell’attività imprenditoriale svolta nel settore del calcestruzzo.

L’attività investigativa permise di far luce anche sul profilo criminale di tre fratelli alcamesi, Giorgio, Salvatore e Stefano Regina, anch’essi con precedenti penali, ritenuti a disposizione del sodalizio mafioso e di volta in volta utilizzati come bracci operativi, anche per contattare vittime di estorsioni e potenziali acquirenti di calcestruzzi ai quali l’associazione mafiosa faceva giungere il preciso ordine di rifornirsi presso la Medi Cementi. Tra il 2010 ed il 2011 sono arrivate le condanne in primo e secondo grado che vanno dagli 8 ai 20 anni di carcere, tra cui, appunto, quella inflitta a Diego Melodia che ora, a seguito della dichiarazione d’inammissibilità del ricorso con cui si è pronunciata la Corte Suprema di Cassazione, è divenuta definitiva.

 

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