Alcamo, imprenditore truffato sotto processo per calunnia. Assolto con formula piena

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Nel 2014 un imprenditore alcamese denuncia una ditta di Palermo che, con decreti ingiuntivi, chiedeva le somme di fatture già pagate. Il pm della procura della repubblica di Trapani lo accusa però di calunnia e lo manda a processo come imputato. Ieri, dopo un calvario durato 5 anni, il tribunale presieduto da Franco Messina, lo ha assolto con formula piena.

E’ la storia di A.A., alcamese di 60 anni, titolare di un’impresa accreditata dall’ANAS per opere stradali in ambito nazionale, che nel 2014 si vide recapitare alcuni decreti ingiuntivi da parte di un’altra azienda di Palermo, sempre accreditata presso l’ANAS per lavori stradali, su fatture già pagate e anche su altre emesse per operazioni mai svolte nell’ambito di alcuni interventi sull’autostrada A/29 Palermo-Mazara del Vallo. Nel corso del processo il difensore dell’imputato, l’avvocato Vincenzo Abate, è riuscito a dimostrare che gli elementi su cui era stata predisposta la denuncia per truffa dell’imputato fossero seri, precisi e concordanti. A confermarlo in aula anche una vastissima documentazione prodotta e diversi testimoni che hanno confermato l’anomalia di quelle fatture, ritenute quindi assolutamente illegittime.

Ieri il presidente Franco Messina ha disposto per il titolare dell’impresa stradale alcamese un’ampia formula assolutoria. A.A. non è responsabile di calunnia perché il fatto non costituisce reato. La querelle giudiziaria fra le due aziende andrà comunque avanti perché il sessantenne alcamese ha già avviato la richiesta di risarcimento danni in sede civile. La somma dovrebbe essere di circa 40.000 euro.